Nelle memorie di 11 anni di gulag l’unicità di una donna che è riuscita a mantenere la sua dignità, umana e intellettuale. Lunedì 9 marzo, a Siena (Biblioteca Comunale degli Intronati) nell’ambito della rassegna LunedìLibri, Emanuela Guercetti presenterà la traduzione di “Quanto vale un uomo” (Bompiani Editore) di Evfrosinija Kersnovskaja, eccezionale documento letterario e iconografico della prigionia nel Gulag della scrittrice russa. La Guercetti sarà intervistata da Elena Kostioukovitch, curatrice dell’edizione italiana.

Evfrosinija Kersnovskaja - Nonostante la disperazione, il dolore, la fame, il freddo, i ritmi di lavoro disumano e le umiliazioni, Evfrosinija Kersnovskaja non ha mai perso la speranza. E’ morta nel 1994, a 87 anni, e la sua storia adesso è stata raccolta in un libro. Circa 700 pagine per raccontare la storia di decine di uomini, donne e bambini, deportati come lei in Siberia.
Evfrosinija nasce a Odessa da padre russo e madre greca. La sua famiglia, aristocratica, per sfuggire alla guerra civile si trasferisce in una piccola tenuta della Bessarabia. Proprio a causa del suo status sociale di proprietaria terriera, dopo l’occupazione del paese da parte dell’URSS,  viene condannata come “nemica” del potere sovietico e deportata in Siberia. Fugge a piedi e percorre 1500 chilometri nella tayga. Viene catturata e condannata alla reclusione nel campo di Norilsk, oltre il circolo polare artico. “Quanto vale un uomo” parla di una donna straordinaria sopravvissuta, con dignità, all’inferno spersonalizzante del gulag. La Kersnovskaja scrive la sua via crucis perché le generazioni future conoscano gli orrori di quegli anni e i tentativi di falsificare la storia.