Addio Carlo Castellani. La Goliardia senese piange il suo «Cuore anarchico»

Siena il 27/12/2016 - Redazione
È stato un Natale segnato dal lutto quello della Goliardia senese, segnata e commossa per la scomparsa di Carlo Castellani. Attore, scrittore e autore di numerose operette, la sua figura è una di quelle che rimarranno impresse a lungo nella memoria storica della città di Siena.

Il ricordo - L’avvocato Riccardo Pagni ha diffuso un testo per omaggiare la memoria di Castellani. Un ringraziamento a nome di tutti i goliardi senesi. «Caro Carlo – si legge -, ci hai fatti  divertire e appassionare  per tutta la nostra vita con le tue gags di attore, le tue canzoni, le tue operette ,il tuo umorismo naturale e intelligente. Ci hai trasmessa la passione per Santa Madre Goliardia e per dissacrare  tutto quanto di omologato e stupido potevamo e dovevamo dissacrare, ci hai fatto ridere a crepapelle  quando  attraversavi la scena da giovane studente, dopo ci hai fatti riflettere sui valori di una vita  leggera e spensierata che anche noi portiamo avanti. Abbasso il conformismo, la piaggeria, i legami interessati, le carriere volute e non dovute, evviva le  mitiche cassiere del Nannini! Ci hai insegnato ad amare la vita in tutte le sue sfaccettature, anche quelle negative, non hai mai tirato a campare, ma hai voluto “ vivere” fino in fondo. Gaudeamus igitur».

La Goliardia secondo Castellani  - Insieme a queste parole, lo stesso Pagni ha diffuso un manoscritto, redatto  nel 2002 da Carlo Castellani. Parole di amore per la Goliardia e per l’amicizia. È un’ode alla vita, da parte di un “cuore anarchico”, come si definiva Carlo Castellani.

Mi ritorni in mente
L’ ho visto e rivisto mille quel film, L’attimo fuggente; non so se sia un capolavoro o soltanto un buon film, so che ad un certo punto mi assale una dolce melanconia e gli occhi mi si inumidiscono un po’.
Provo la stessa sensazione se mi capita di rivedere “Ed in mezzo scorre il fiume” ed anche, udite udite cultori del gran cinema, se decido di rivedere il faccione buono di Fernandel ed il burbero ghigno di Cervi in Peppone e Don Camillo.
Facce tenere, piene di umanità, ove si coglie il buon senso del tempo antico, ormai perduto, ahimé!
Mi piace quella poesia che ti attraversa la pelle, lieve, senza quasi che tu te ne accorga, senza violentarti.
Non ho mai amato il sentimentalismo, ma ho coltivato il sentimento, non mi è mai piaciuta la seriosità, ma ho ricercato la serietà e quando l’ho percepita negli altri, l’ho onorata ed ammirata; la serietà che viene dalla felicità di fare qualcosa in cui credi e che ami ed a cui offri tutto te stesso fino all’ultima stilla di sudore, con passione infinita. Non ho mai svillaneggiato con lo sberleffo gratuito, ma ho riso di tutto e di tutti e soprattutto di me stesso, sei miei difetti, dei miei pregi, delle mie vittorie e delle mie sconfitte.
Ho provato sempre una gran pena per i compagni costretti ad esser vecchi, seriosi, per esser credibili nel mediocre conformismo… grigi fino ad annullare i propri impulsi giovanili, spaccarsi gli occhi e turbare i sogni, giorno dopo giorno, per un fottuto 18 anziché un 23… che tempo gettate via ragazzi, vi mancherà un giorno e sarete tristi. Per questo mi piace la setta maledetta dell’Attimo fuggente… l’appartarsi per vivere qualcosa di diverso, per sognare… mi piacciono le baruffe di Don Camillo e Peppone che si risolvono sempre con uno dolce sguardo d’intesa, mi piace la complicità che pervade la vera amicizia, mi rende felice la pace di un fiume ove insieme ad un amico non penso altro che ad un grosso pennuto… cosa ci sarà dietro quella cascata… dopo la piegata del fiume?
Mi commuove l’idea di bisticciare con quell’amico, di guardarsi male per un poì poi rilassarsi e chiedergli scusa… Mi piace, la notte, passare le ore a parlare con lui delle cose vissute, di quelle perdute, di quelle che non finiranno mai… perché la vita è vagabonda… Mi piace esser ancor oggi un cuore anarchico.
Grazie Madonna Goliardia!
Carlo Castellani (2002)
 
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