Il territorio e i viaggi rivivono nella letteratura

il 17/11/2008 - Redazione

Ecco quando un’intervista ha il piacere di una lunga chiacchierata con chi, non solo ha il dono di una lettura critica, ma è anche in grado di assaporare tutto il gusto di osservare le cose che lo circondano. E da queste partire per interrogarsi, riflettere e quasi mettersi in gioco. Ecco perchè più che un’intervista diventa un viaggio involontario per la conoscenza introspettiva di Paolo Cesaretti, ricercatore, filologo e direttore scientifico di Terra di Libri, il Salone Internazionale del libro in corso a Siena. E certo non trattiene il suo sapere dettato da una formazione letteraria radicata nella tradizione classica, con una vocazione speciale per la letteratura ellenica e con una dote per la lettura e i libri quasi gelosamente ereditata dal padre che ha lavorato nel settore dell’editoria.
Lo slogan di terra di libri è: “Tutto ciò che suscita il desiderio di visitare un luogo del mondo è in un libro”. Quale, dunque, il rapporto fra i libri e i luoghi, fra i libri e le geografie reali e immaginarie del mondo?
Il Salone del libro non a caso nasce in un territorio e in una città spesso oggetto delle narrazioni e dei racconti. A questa città e alla sua provincia bisogna rendere merito per la capacità di interpretarsi attraverso i libri e non solo autocelebrarsi. Il rapporto tra i libri, il viaggio e il territorio parte da molto lontano e si è evoluto nel tempo. Basti pensare all’Odissea di Omero, che io reputo il libro fondante dell’identità occidentale, parla del viaggio per arrivare a una terra percepita come la meta desiderata. Itaca è il punto di approdo ideale e noi tutti non possiamo pensare a noi stessi senza un territorio verso il quale non vogliamo arrivare, da questo punto di vista il libro è un veicolo straordinario di conoscenza e di sussidio. Il libro stesso poi è un territorio, una sorta di luogo da sfogliare.
Si può arrivare a dire che i libri hanno perfino il potere di “trasformare” un luogo?
Assolutamente, fin dall’origine. Itaca tutti l’abbiamo immaginata e mitizzata poi uno ci va e si rende conto di quanto grande sia il potere di affabulazione dei libri e della letteratura
Secondo lei qual è l’immagine di Siena che, giustappunto, si è creata attraverso i libri?
Siena si riflette indubbiamente nei libri e i libri ne amplificano l’immagine, suscitano il desiderio e ispirano anche un turismo che non sia usa e getta, un turismo da esploratori piuttosto che semplici visitatori. Siena si offre essa stessa come un libro. Nel corso dei secoli si è creata un’immagine forte, radicata di Siena all’interno del patrimonio colto europeo e non solo. Scrittori e viaggiatori hanno poi dato nel tempo a questa città anche un grande ruolo mistico.
Siena stessa quindi è un’Itaca?
Certamente, e non solo la città ma anche il suo territorio che rappresenta il mare dove sorge un arcipelago le bellezze artistiche, storiche e culturali oltre che paesaggistiche

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