L'alterità del mondo antico e il legame sostanze psicotrope-filosofia. Intervista ad Alessandro Paolucci aka Dio

Siena il 22/07/2022 - di Duccio Rossi
Nuovo appuntamento con la rubrica di Toscanalibri curata da Duccio Rossi "Perchè leggere i #classici": un ciclo di #interviste a docenti universitari, dottori di ricerca, filosofi, scrittori e poeti sul valore dei grandi pensatori latini e greci. Ma anche un modo per confrontarci con quel passato remoto che, in quanto classico, si sovrappone spesso con il nostro presente.

Oggi proponiamo l’intervista ad Alessandro Paolucci – scrittore, freelance e influencer noto sui social con lo pseudonimo di #Dio”– che verte sul binomio sostanze psicotrope e filosofia che conferma l’alterità del mondo antico. Alessandro Paolucci è autore del libro “Storia stupefacente della filosofia. Oppio, Lsd e anfetamine da Platone a Friedrich Nietzsche” (Il Saggiatore). La domanda che molti si pongono per scherzo davanti ad un testo complesso – “Ma cosa si è fumato questo …” – Alessandro Paolucci, invece, ha voluto porsela seriamente e ha deciso di indagare l’insolito binomio “sostanze psicotrope e filosofia”. Ciò che per noi moderni è immorale, come appunto l’uso di sostanze stupefacenti, non lo era affatto in altre epoche. Secondo Paolucci infatti lo stesso Platone, uno dei pilastri del pensiero occidentale, sarebbe stato condizionato, nella formulazione di molti suoi pensieri filosofici, dagli effetti psicotropi naturali di una bevanda rituale chiamata Ciceone. Ed anche l’imperatore filosofo Marco Aurelio avrebbe fatto uso di sostanze – per quanto questo termine sia ovviamente inappropriato per l’epoca – su consiglio del grande medico Galeno, che preparava personalmente all’imperatore un farmaco composto da circa settanta ingredienti, tra i quali anche l’oppio. Questo libro di Alessando Paolucci è un viaggio insolito ed interessante nel mondo della filosofia, un percorso che propone ai lettori una prospettiva così originale che potrebbe far innamorare della materia anche coloro che ai tempi della scuola, per un motivo o per un altro, non l’hanno affatto amata.
 
Il libro - Che cosa sappiamo davvero dei grandi pensatori della storia? La cultura istituzionale, i ritratti fatti da artisti e biografi ufficiali, i professori a scuola e in università ce li hanno sempre presentati come pedanti uomini dalla lunga barba bianca, impegnati a sondare i meandri dell'Essere tra tomi polverosi e attività noiose. Ma se qualcuno ci dicesse che il mito della caverna di Platone è il prodotto di una visione dovuta a una bevanda allucinogena, che il Superuomo era drogato dai farmaci di cui abusava il suo Nietzsche e che alcuni dei testi più importanti di Sartre sono stati scritti ingoiando dieci pasticche di anfetamina al giorno? In fondo, la via per raggiungere la verità è spesso fatta di deviazioni stravaganti. Alessandro Paolucci ci conduce in un curioso viaggio nella filosofia attraverso le sostanze consumate dai suoi più eminenti protagonisti: dagli esperimenti con l'hashish di Walter Benjamin a quelli con la cocaina di Sigmund Freud, dalla probabile tossicodipendenza dell'imperatore-filosofo Marco Aurelio all'Lsd che Ernst Jünger assumeva insieme all'amico Albert Hofmann. Paolucci scrive una vera e propria contronarrazione psicotropa del pensiero occidentale, muovendosi tra le epoche e i continenti, tra le cerimonie dei Misteri Eleusini cui ebbe probabilmente accesso Platone - durante le quali i partecipanti andavano in trance sorseggiando il misterioso ciceone - e l'Hotel della Posta di Rapallo nelle cui stanze Friedrich Nietzsche «curava» la sua emicrania stordendosi di oppiacei, fino a raggiungere il deserto della Death Valley teatro dei trip del visiting professor Michel Foucault. "Storia stupefacente della filosofia" è nel contempo un compendio di idee rivoluzionarie e un'accurata ricostruzione biografica del lato più umano della speculazione teorica. Il racconto delle avventure (e disavventure) lisergiche che le più eccelse menti di tutti i tempi hanno affrontato mentre si spingevano oltre le colonne d'Ercole dell'immaginario con ogni mezzo e a ogni costo; compresa la repentina fuga dall'allucinazione di un'aragosta gigante.
 
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