Le narrazioni popolari. Ginevra Di Marco chiude il festival "Ci Sono Sempre Parole"

I Lecci Di Montespertoli il 29/11/2018 - Redazione
In chiusura di  Ci sono sempre parole. [non]Festival delle narrazioni popolari (e impopolari), ideato da Andrea Zanetti che ne è direttore artistico insieme a Cinzia Compalati,  venerdì 30 novembre  alle ore 21.00 al Centro per la Cultura del vino  I Lecci  di Montespertoli (FI),  Ginevra Di Marco  con Francesco Magnelli e Andrea Salvadori presenterà "Le narrazioni popolari", un concerto/produzione inedita ispirato ad alcuni dei racconti di vita che i cittadini hanno messo in scena a Capraia e Limite il 9, 10, 11 novembre.  Montespertoli e la musica sono un binomio già frequentato: posta al centro di un territorio con una grande tradizione teatrale e lirica, la città che diede i natali al famoso tenore Amedeo Bassi è sinonimo di musica. Parallelamente l’identità di Montespertoli – porta di accesso al Chianti – è collegata alla cultura popolare e materiale, quei saperi che la terra tramanda, insieme al vino, di germinazione in germinazione. È in questo contesto che Ginevra Di Marco e i suoi musicisti stanno creando una produzione fatta di musica e racconti degli abitanti del territorio. 


La presentazione - "Raccontare, narrare, cantare  – spiega Ginevra Di Marco -  è la più antica e principale forma di comunicazione. In una società sempre più tecnologica e virtuale, fondata sull'immagine e sostanzialmente slegata dai luoghi e dalle interazioni reali, credo sia davvero importante prestare la musica alla narrazione affinché insieme possano favorire l’incontro fisico e diretto tra le persone. Nelle nostre frenetiche esistenze assistiamo a un forte impoverimento dell’esperienza narrativa e cresciamo figli a digiuno di storie. Le parole, come la musica e le canzoni denotano suoni, ricordi, sensazioni, immagini, situazioni personali e universali. La parola ha la forza creativa del seme, fiorisce e ci aiuta a crescere, a stare con gli altri. Ho voluto partecipare al Festival delle narrazioni popolari (e impopolari) perché credo con convinzione ciò che esso si propone: l’incontro diretto tra generazioni, il raccontarsi e la costruzione di una “coscienza di luogo”, instillando nella comunità intera quella meravigliosa, semplice ma importante consapevolezza di appartenere a uno stesso territorio, anello fondamentale per la costruzione di una vera identità". 
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