Le nuove vie della seta. Le opportunità per l'italia nel libro di Matteo Bressan e Domitilla Savignoni

Roma il 26/03/2019 - Redazione
Via della Seta, quale futuro e qual è il ruolo dell’Italia? Un progetto globale di dimensioni e costi titanici che, nel giro di pochi anni, potrebbe cambiare gli scenari geopolitici ed economico-sociali del mondo. Risposte, riflessioni, opportunità nel libro “Le Nuove vie della Seta e il ruolo dell’Italia” pubblicato da Pacini Editore con la prefazione di Franco Frattini, per due volte ministro degli Esteri e ora presidente della SIOI (Società per l’Organizzazione Internazionale), e a cura di Matteo Bressan, analista e componente del Comitato Scientifico del NATO Defense College Foundation e direttore di OssMed (l’Osservatorio sul Mediterraneo dell’Università Lumsa), e di Domitilla Savignoni, giornalista del Tg5 e docente alla Sioi.
 
Il libro - Un volume da poco uscito per la casa editrice pisana e che, in questi giorni in cui il dibattito sulla via della Seta è quanto mai caldo per la visita in Italia del presidente cinese Xi Jinping e della first lady Peng Liyuan, si rivela di grande attualità e di supporto per approfondimenti e chiarimenti. Il volume sarà presentato martedì 26 marzo all’Università Roma Tre, venerdì 19 marzo a Todi e venerdì 12 aprile a Terni. Si parla delle “quattro grandi opportunità e del win-win” nel saggio di Li Ruiyu, ambasciatore straordinario e plenipotenziario della Repubblica Popolare Cinese nella Repubblica Italiana e nella Repubblica di San Marino; di “connettività Europa-Asia come opportunità per lo sviluppo sostenibile dei territori nelle regioni attraversate dalle Nuove vie della Seta”, in quello di Massimo Gaiani, direttore generale della DGMO (Direzione Generale per la Mondializzazione e le Questioni Globali) Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI), e di “Belt and Road Initiative e le opportunità per l’Italia” nel contributo di Ettore Sequi, ambasciatore d’Italia nella Repubblica Popolare Cinese e Mongolia.
Approfondimenti sono poi contenuti nei saggi di Elenoire Laudieri, sinologa, chief analyst dell’area Cina per la Nato DefenseCollege Foundation, autrice e scrittrice per quotidiani e stampa presso la Repubblica Popolare Cinese, che analizza “La visione su cui si fonda l’inserimento del progetto Belt and Road Initiative nella Costituzione Cinese, sull’esperienza”, mentre Chen Jian, giornalista di China Radio International, affronta l’esperienza della Cina e la sua visione globale nel saggio “Per diventare ricchi, si devono prima costruire le strade”. Si parla anche di “Energia e geopolitica lungo la Via della Seta” con Fabio Indeo, Ricercatore per Center for Energy Governance and Security e analista area Asia centrale per Nato Defense College Foundation, del “Dragone tra i ghiacci: la strategia cinese in Artico”, con Alessandra Caruso,funzionario della Società Italiana per l’Organizzazione Internazionale (SIOI). Alessandra Spalletta, giornalista e sinologa, coordinatrice di AgiChina, fa il punto sui progetti lungo la Nuova Via della Seta, mentre Zeno D’Agostino, presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale e vice presidente dell’European Ports Organization (ESPO), si sofferma su “Trieste, nodo della Via della Seta nel mare Adriatico orientale”. Di risultati economici, sicurezza, prospettive e ‘nemici” delle Nuove vie della Seta si occupa Giorgio Cuscito, curatore per Limes del Bollettino Imperiale sulla Cina, mentre Alessandro Politi, direttore del Nato Defense College Foundation, spiega “Quando nasce una grande strategia: la Belt and Road Initiative”. 
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