Le rose, Orfeo, Euridice e Hermes. Incontro dedicato a Rilke alla libreria Libraccio Outlet il 15 febbraio

Firenze il 11/02/2022 - Redazione
Un incontro dedicato allo scrittore Rainer Maria Rilke (Praga 1875 – Valmont 1926) è in programma martedì 15 febbraio alle ore 18 alla Libreria Libraccio Outlet in via De’ Cerretani 16R a Firenze. L’occasione è data dalla presentazione de “Le rose” e "Orfeo. Euridice. Hermes” (Press & Archeos) nella nuova traduzione di Mario Aiazzi Mancini. Oltre al traduttore, sarà presente Nicola Mariotti; letture di Cinzia Calamai.

Le Rose - Scritte direttamente in francese, tra il 1924 e il 1926, dopo la grande esperienza delle Elegie Duinesi e dei Sonetti a Orfeo, Le rose tornano dichiaratamente sul mistero del canto che sorge dal “cuore segreto della Terra”. In esse racchiuso e manifestato come una “unità” dei discordi. Contraddizione tanto “pura” quanto apparente, infinita presentazione senza esaurimento. Aperte e chiuse, prossime e lontane, piene e vuote, morte e vive … Le rose fioriscono e si sfogliano come centro orfico inaudito, in quanto se ne ascolta soltanto l’eco remota che sancisce la nascita del poema per un ascolto che rinnova sia pure al limite estremo la scrittura poetica, esentandola dalla responsabilità soggettiva, per affidarsi soltanto alla traccia infinita del dio perduto, come a un evento di natura: “un altro fiato, un respiro nel Dio, un vento”.

Orfeo. Euridice. Hermes – “Riprendere Orfeo. Euridice. Hermes in traduzione, dopo alcune splendide versioni che hanno caratterizzato con risolutezza l’impatto di Rilke in Italia – da Leone Traverso e Vincenzo Errante, a Antonio Prete, passando per l’ammirevole Giaime Pintor e molti illustri germanisti – sarebbe impresa vana, addirittura sfrontatezza, se non si avvertisse un’urgenza ulteriore, simile a quella che ha animato una versione dei Sonetti qualche anno addietro. Rinnovato interesse che mette in relazione l’elaborazione rilkiana con alcuni tratti del pensiero psicanalitico in merito non solo all’impatto della pulsione di morte, la distruttività insita nella vita – di cui la narrazione del poemetto è illustrazione–, ma soprattutto ad un motivo orfico che Freud non aveva traguardato con la solita attenzione, trattandosi, se vogliamo, di un amore – potremmo dirlo di transfert – tanto reale da mancare la presa e divenirne emblema (...)”.
 
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