Lettere senza confini. Sei mamme scrivono ai loro figli che non ci sono più

Firenze il 08/01/2019 - Redazione
Ci sono giorni in cui la parola fine mette un doloroso punto nell’anima. È un punto marcato, che oltrepassa il foglio, così come trapassa il cuore. Altri, invece, con la complicità del tempo si caricano di speranza e di voglia di ripartire e modificano il viversi addosso in primi passi per riprendere a esistere. E’ quanto hanno fatto 6 mamme, che non si conoscevano. Sono di Firenze, di comuni vicini al capoluogo toscano, ma anche di Mantova fino ad arrivare a Rieti. Accomunate da un dolore senza fine come la perdita di un figlio. Dalla condivisione del dolore è nato un libro, che trae ispirazione dalla speranza.

Il libro - La speranza riempie la loro vita così come invade le pagine del libro “Lettere senza confini” edito da ADV Edizioni con sede in via del Pergolino a Firenze. Le sei mamme sono state guidate nel progetto, il loro libro, nato dalla condivisione (è stata scelta assieme anche la copertina simile ad un arcobaleno, che “racchiude” i colori preferiti dai figli) dalla giornalista fiorentina Gaia Simonetti (un presente di lavoro nel calcio, ma con tante iniziative nel sociale grazie al pallone e un libro sul CT Ballerini con Alfredo Martini). “Lettere senza confini” parte da una base, l’amore che prende forma nelle lettere di genitori rivolte ai figli scomparsi. Non parlano troppo al passato, usano anche il futuro e cercano di ripartire. Si volgono indietro, si soffermano, poi vanno avanti. Ma come è possibile, se sono inghiottite da un tunnel stretto, privo di luce e senza uscita? Eppure prende forma qualcosa che, come un faro, illumina i passi e fa camminare di nuovo. Qualcosa che può rinascere grazie al ricordo. È una lezione di vita quella regalano Barbara (di Firenze), Giovanna (di Fucecchio, in provincia di Firenze),   Laura (di Mantova), Paola (di Firenze), Stefania (di Firenze), ancora Stefania (di Rieti), le mamme di un bimbo mai nato, di Mauro, di Elena, di Michela, di Lorenzo e di Filippo. Si rivolgono ai figli , scrivendo quanto il ricordo e ciò che si costruisce per loro è di supporto per un nuovo cammino. Sono lettere che, oltrepassando la dimensione temporale, superano ogni dimensione per raccontare lo scorrere della vita, il suo incedere a passi lenti, poi più spediti. “Dal un dolore possono nascere piccoli nuovi mondi e si possono trovare nuove spalle per sorreggere il peso- spiega Gaia Simonetti, autrice del libro”- da questa base nasce il nostro libro che ha un traguardo sociale. Parte dei proventi derivati dalla vendita serviranno per due borse di studio per studenti di Amatrice”. 

 
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