Non sono d’accordo. Un manuale per supportare gli adolescenti in corsia

Pisa il 27/01/2021 - Redazione
A due anni dalla prima edizione, è stato pubblicato il secondo volume “Non sono d’accordo! Adolescenti in corsia” (Pacini Editore), curato da Valentina Corsini, che rappresenta una nuova scommessa: quella di poter fornire ai ragazzi, con patologia oncoematologica, un manuale che possa supportarli dal punto di vista emotivo nelle varie fasi del percorso terapeutico.

Nota dell’autrice - «La prima edizione di questo libro è nata due anni fa; la scommessa era quella di poter fornire ai ragazzi, con patologia oncoematologica, un manuale che potesse supportarli dal punto di vista emotivo nelle varie fasi del percorso terapeutico. La richiesta esplicita fu “Vorremmo un libro resiliente”; ho accettato la sfida e oggi posso confidarvi che al tempo non sapevo come avrei fatto, sapevo cosa significasse resilienza, in fisica ed anche in psicologia, ma proporre una visione resiliente o per dirla in termini basici, la versione buona di ciò che vi trovate a vivere, ahimè la vedevo davvero un’impresa titanica. Mano a mano che mi avvicinavo a scrivere mi rendevo conto che non dovevo essere positivista ma realista, e per farlo mi sono basata su di me. Perché ciò che faccio quando mi avvicino a voi è avere, io per prima, una visione aperta, possibilista, resiliente, di ciò che vi sta accadendo. Ciò che ne è venuto fuori è stato molto di più di ciò che io stessa potessi immaginare. Questo libro è stato un passa parola tra i ragazzi e i pari, che un tumore non sanno cosa sia, tra loro e i genitori, tra loro e gli operatori. In modo assolutamente non immaginato è stato ed è uno stimolo per continuare a costruire vita anche quando sembra impossibile farlo. Incredibilmente ho annotato reazioni post lettura che dicevano cose tipo “Come è possibile che tu abbia scritto di me prima ancora di conoscermi?”, “questo libro l’ho suggerito ai miei amici, magari capiscono come mi sento”. I genitori hanno compreso cosa ci stesse sotto ai bronci, alle rispostacce o alle reazioni da super eroi. Le infermiere ed i medici hanno iniziato a proporlo ai ragazzi che entravano in terapia per la prima volta. Perciò lo considero un ponte tra noi e voi, un messaggio per farvi sapere che, anche se non siamo voi, ci sforziamo di comprendervi, e anche se potrà non riuscirci sempre, insisteremo per far sì che vi sentiate visti, ascoltati e capiti. Per questo, negli ultimi due anni è nato il gruppo adolescenti (Teen Freedom) come entità strutturata all’interno del nostro reparto. Ci siamo allineati agli stimoli del centro tumori di Milano, sposando l’idea di costruire uno spazio fisico oltre che simbolico, per gli adolescenti ed i giovani adulti in cura. Il gruppo si autogestisce e può usufruire del sostegno pratico per le attività da parte degli operatori e dei volontari…».
 
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