Quando l'editoria è una fede. Intervista a David Cantagalli, direttore editoriale delle Edizioni Cantagalli

il 16/03/2009 - Redazione

“Questo lavoro a me piace perché mi dà la libertà e l’autonomia che un altro lavoro non darebbe. Fare l’editore significa condividere una passione culturale e tradurla in un libro godendo di una libertà indescrivibile ed entro certi limiti si può dire quello che si pensa, pubblicare quello che piace, impegnare risorse economiche e umane su un preciso progetto”. Parole di David Cantagalli, direttore editoriale delle Edizioni Cantagalli che, con i suoi oltre 100 volumi all’anno pubblicati, rappresenta senza dubbio la più grande realtà editoriale senese. Una realtà che è frutto di una passione tramandata nel tempo, di generazione in generazione, dal fondatore Ezio Cantagalli che, nel 1925, dette vita alla “Sodalizio Cantagalli” con il preciso intento di rendere accessibile a tutti la cultura che gravitava intorno al mondo cattolico, diffondendo in italiano i tanti testi in latino di patristica, dei grandi scrittori cattolici e anche di grandi Santi come Sant’Agostino, San Tommaso e Santa Caterina. Sono passati oltre ottanta anni da allora ed oggi David Cantagalli, a sottolineare come la passione per il libro e la lettura è senza dubbio un qualche cosa che si tramanda geneticamente, parafrasando Schopenhauer afferma: “il libro è un qualcosa che si scopre pagina per pagina, ogni pagina dà un’emozione e infondo alla lettura rimane il ricordo e la tristezza di emozioni che non si riproveranno mai più nella stessa maniera” lasciandosi poi andare ad una sua interpretazione: “nella vita però si può e si deve dare compiutezza a questa tristezza”.

E oggi quanto è grande la necessità da parte dei lettori di cimentarsi con la cultura libraria cattolica?
“Il problema è che oggi, vuoi per motivi di tempo o di superficialità culturale, le persone non hanno tempo di cimentarsi in letture complicate che hanno a che fare con la filosofia o con la teologia. E’ una “distrazione” che ci colpisce anche nella vita di tutti i giorni, le persone hanno bisogno di cose semplici che non implichino una scelta del cuore o esistenziale. I libri che vanno per la maggiore spesso sono quelli che si leggono in pochi giorni e poi si mettono da una parte per poi non riprenderli più in mano”.
Per questo avete dovuto anche rivedere le vostre scelte editoriali iniziali?
“La nostra casa editrice ora non si occupa più solamente di patristica e di scrittori che gravitano intorno al mondo cattolico pur conservando la parte più importante della produzione editoriale con le pubblicazioni di Benedetto XVI, del Cardinale Scola, il Cardinale Biffi, il Cardinale Caffarra, il Cardinale Ruini. Però ci siamo orientati anche verso autori prettamente laici. In questi giorni uscirà un volume di Carlo Panella ed un altro di Henri Hude che è un filosofo francese. Questo perché penso che non si possa rimanere in un recinto culturale di chi crede nella fede cattolica, anche e soprattutto perché hanno da dire molto sulla tradizione culturale cattolica anche scrittori e filosofi che non credono. A tale proposito l’invito di Benedetto XVI a vivere come se Dio esistesse, riprendendo il motto pascaliano, oggi ha un senso più che in altri periodi”
E quali sono i rapporti con tutte le altre case editrici senesi?
“I rapporti sono buoni anche se la produzione editoriale è molto diversa. Credo che sia necessario un luogo di incontro tra noi, una collaborazione. Un ruolo di riferimento lo dovrebbe fare chi, nell’ambito delle istituzioni senesi, dovrebbe promuovere l’attività delle aziende tra cui le case editrici. Da diversi anni andiamo alle fiere di Francoforte o di Torino. Lo abbiamo sempre fatto da soli, con le nostre forze, le nostre energie ed i nostri sacrifici. A tale riguardo sarebbe auspicabile un aiuto, un intervento delle istituzioni”.
Quanto mercato hanno su internet i vostri libri?
“Per ora, nel nostro caso, è un mercato limitato che deve crescere anche perché sembra strano ma le persone hanno sempre comunque bisogno di prendere il libro in mano, sfogliarlo, sentirne il profumo, vedere come è rilegato. Internet è un filtro che non permette questo. L’uomo è fatto per sentire, per assimilare attraverso i sensi quello che suscita interesse nel suo cuore e internet questo non lo permette fino in fondo. Internet ha delle potenzialità importanti però per superare i problemi di distribuzione dove, in Italia, la parte da leone la fanno quelle due, tre case editrici che abbracciano tutti gli autori più importanti con il forte rischio che molti di noi che fanno un’editoria di nicchia siano destinati all’estinzione”.

Cristian Lamorte

Sotto Torchio

LIBRO E AUTORE PREFERITO
Sono un appassionato di Hemingway e Conrad ma mi piace anche la filosofia: Pascal e Schopenhauer oltre ad un’attrazione per quello che scrive il Cardinale Biffi che ha una capacità letteraria sopra la norma. Il libro che preferisco è “Miguel Manara” di Milosz
IL LIBRO DA CONSIGLIARE AI LETTORI
L’enciclica di Benedetto XVI “Deus Caritas est”
ULTIMO LIBRO LETTO
“Festa Mobile” di Ernest Hemingway
LEGGERE E’…
Un’emozione, un piacere e un’attesa

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