Franco Biondi Santi è una delle figure che più hanno contribuito all’eccellenza produttiva del Bru-nello e alla conoscenza di questo vino e di Montalcino nel mondo. La storia della famiglia Biondi Santi e il profondo legame con la terra senese è stata racchiusa nel libro “Questa è la mia terra. Franco Biondi Santi, Montalcino e il Brunello” (Protagon Editori) realizzato da Maurizio Boldrini, Bruno Bruchi e Andrea Cappelli, con il progetto grafico di Paolo Rubei e la redazione di Monica Granchi. La presentazione del volume è in programma per martedì 23 marzo a Siena (Teatro dei Rinnovati, ore 17). Oltre a Franco Biondi Santi e agli autori, saranno presenti Burton Anderson, scrittore e giornalista, e Duccio Balestracci, docente di Storia medievale all’Università per gli Studi di Siena.
L’alchimista che trasforma gli acini in oro liquido - “Quando parla della sua terra, Montalcino e del Brunello, che ormai lo connota, quando descrive quello spicchio di collina, che declina verso valle, cinta di vitigni di Sangiovese e con al centro la monumentale villa de Il Greppo, gli occhi gli si ravvivano e le mani carezzano quel legno che dà sapore ai suoi vini e sostegno alla vecchia tem-pra di gentiluomo di campagna. Il fatto è che questa terra è la sua vita e il vino è la catenella d’oro che ce lo tiene legato. Oggi molti fanno vino e i molti vini finiscono, spesso, per somigliarsi. I suoi vini no: nel colore, nel profumo, nel sapore, nell’impasto hanno la tempra d’altri tempi”. Questo è quello che i curatori del volume scrivono nella prefazione dall’emblematico titolo “L’alchimista che trasforma gli acini in oro liquido”.
La pubblicazione - Il volume si compone di sei capitoli: L’albero dei Biondi Santi, Il Greppo e la produzione del Brunello, Un legno speciale per il Brunello, Le antiche riserva e il rito della ricolma-tura, Il vero Moscatello di Montalcino, Dalla Normandia alla rinascita di Sant’Antimo. Pagine e pa-gine di testimonianze, documenti raccolti in numerosi archivi, alcuni dei quali ancora da sfogliare, foto, oggetti e lettere che vengono conservati con cura nell’archivio di famiglia sono raccolti nel vo-lume e accompagnati dalle foto di Bruno Bruchi.
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