Racconti di Resistenza. Tre nuovi spettacoli teatrali al Cro di Pietrasanta

Pietrasanta il 07/03/2022 - Redazione
Dopo il successo dei primi due spettacoli in cartellone, l’8 marzo, in occasione della festa della donna, riprenderà al Cro di Pietrasanta (via Garibaldi, 65 - Lucca) la rassegna di teatro “Racconti di resistenza”. Ancora tre storie di persone reali o archetipi, declinati secondo chiavi narrative diverse ma sempre improntate a ritrovare in ogni particolare vicenda quanto di universale ci accomuna: il coraggio e la paura, il desiderio di affermazione individuale e quello di sentirsi inseriti in una comunità, la voglia di cambiare il mondo e l’amore per le piccole cose di ogni giorno.
 
Gli spettacoli
Martedì 8 marzo ore 21.15: “Eva e il Verbo” di Carlo Terron con Silvana Filippelli. Eva è tutta sola in un monologo che è anche un dialogo con un interlocutore muto, il Serpente. È una donna stanca, sente vicina la vecchiaia, con Adamo non riesce più a comunicare e la sua unica consolazione è Abele, il figlio prediletto. Dopo la Caduta niente è più andato per il verso giusto, ma Eva non si sente in colpa. Se le cose vanno sempre peggio responsabile è la logica maschile con il suo bisogno di catalogare, razionalizzare, la smania di sfruttare la natura, di possedere e accumulare. A questa deriva autoritaria e punitiva Eva contrappone l’adesione incondizionata al ritmo della natura, il libero vissuto dei sensi, l’immediatezza dei sentimenti.

Domenica 20 Marzo ore 21.15: “Bartali: Prima Tappa” di Paola Bigatto e Lisa Capaccioli con Francesco Dendi. Lo chiamano “I’ Bartali” perché è un appassionato ciclista e ammira il famoso campione. Come Ginettaccio usa la grande abilità di ciclista per dare, attraverso un Giro d’Italia tutto particolare, il suo contributo alla Resistenza: abiti, documenti, cibo giungono così a chi sta nascosto nelle campagne toscane; è solo un ragazzo, ma ha ben chiaro quale sia la missione da compiere.

Domenica 3 aprile ore 21.15: “Un Gramsci mai visto” di e con Angelo d’Orsi e accompagnamento musicale dei Vincanto. L’appassionata narrazione della vita di Gramsci, nella forma di cinque monologhi (corrispondenti alle cinque parti del libro “Gramsci. Una nuova biografia” di Angelo d’Orsi), dialoga con momenti di musica e canti popolari di lotta e di lavoro, tratti dalla tradizione orale contadina e operaia degli inizi del '900. Le vicende umane di Gramsci vengono così proposte in un intreccio con le vicende politiche e l’elaborazione di un pensiero originale, con la sua lenta affermazione sulla scena politica nazionale e internazionale, nei diversi contesti geografici, politici e umani, dalla Sardegna a Torino, dalla Russia al ritorno in Italia fino al carcere e alla clinica dove morrà, con la stesura dei “Quaderni”, e delle “Lettere”. Lo spettacolo riesce a coinvolgere lo spettatore mediante il ricorso a diversi registri e linguaggi. Si tenga conto che Gramsci stesso non soltanto amava il teatro, e fu critico teatrale, tra l’altro, e riteneva il teatro un mezzo formidabile di pedagogia di massa. Era attentissimo ai fenomeni e alle manifestazioni di folclore, inoltre amava la musica e teorizzò il concetto di nazionalpopolare. Si tratta dunque di un vero spettacolo gramsciano, oltre che di uno spettacolo su Gramsci, recitato in prima persona come se il narratore/attore fosse lo stesso Antonio Gramsci.
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