Se ero più alto facevo il poeta. I versi di Ennio Cavalli e la poetica di Giovanni Pascoli

Barga il 01/10/2019 - Redazione
Appuntamento per mercoledì 2 ottobre all'Isi di Barga (ore 10.30) con il poeta Ennio Cavalli, ospite della Fondazione Giovanni Pascoli e del Festival LuccAutori, parlerà della poetica pascoliana e del suo nuovo libro “Se ero più alto facevo il poeta” (La nave di Teseo). Intervengono Alessandro Adami, presidente della Fondazione Giovanni Pascoli e Demetrio Brandi, presidente di LuccAutori. Con la partecipazione degli studenti delle scuole secondarie di secondo grado”.
 
Il libro - Dice Ennio Cavalli:  “All'inizio degli anni Settanta (non si pensava che un giorno sarebbero diventati "del secolo scorso") andai a trovare lo scrittore Marino Moretti, nella sua casa sul porto a Cesenatico. Io giovane aspirante giornalista. Lui, ottuagenario autore di "Poesie scritte col lapis", capolavoro di mezzi toni, libro simbolo del crepuscolarismo, corrente letteraria amica delle piccole cose, dei buoni sentimenti, di uno stile non enfatico. A un certo punto Marino aprì una vetrinetta e prese, per mostrarmelo, un libro al quale, capii subito, teneva moltissimo: una delle prime edizioni di Myricae di Giovanni Pascoli. Mi raccontò di essere stato a Castelvecchio, a visitare la casa del poeta, dove tutto era rimasto come il giorno della sua morte. Dietro una vetrinetta simile alla sua, c'erano sette o otto Myricae della prima edizione. Agli inizi era un libretto piuttosto smilzo. Si ampliò via via, nel tempo, gonfiandosi e arricchendosi a fisarmonica. Più tardi ebbi la fortuna di trovarne una copia, su una bancarella. Sedicesima edizione, stampata a Livorno nel 1923 da Raffaello Giusti, Editore. Copertina bianca, rigida, iscrizioni in oro. Dedica al padre, Ruggero Pascoli. La prefazione comincia così: "Rimangano rimangano questi canti su la tomba di mio padre! Sono frulli di uccelli, stormire di cipressi, lontano cantare di campane…". La Natura coniugata alla morte, immediatamente riscattata come uno dei sensi dell'esistenza. I richiami continui di Pascoli ai suoi paesaggi, alla vita in campagna, agli animali, alla costellazione delle stagioni, alla storia degli uomini che sono nulla senza radici, ecco alcuni temi che condivido nella vita e nella scrittura. Infine l'ineludibile confronto con le idee de Il poeta è un fanciullino.
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