Testimone a Chernobyl. Il libro verità di Francesco Bigazzi sulla catastrofe che sconvolse l’URSS

Firenze il 08/06/2020 - Redazione
“La catastrofe di Chernobyl non è stata causata da un problema scientifico o tecnico, ma culturale: i dirigenti del reattore n. 4 della centrale nucleare, per vincere il Premio Lenin, portarono a un aumento incontrollato la potenza del reattore”. Lo rivela il fisico Antonino Zichichi nel testo introduttivo al nuovo libro di Francesco Bigazzi, intitolato “Testimone a Chernobyl” (Mauro Pagliai Editore) e dedicato al celebre incidente che nel 1986 fece tremare l’Unione Sovietica e il mondo intero.

La storia - Il 9 maggio di quell’anno, tredici giorni dopo l’esplosione del reattore, otto cronisti furono autorizzati ad accedere al luogo della tragedia. Tra questi c’era Francesco Bigazzi, allora corrispondente dell’Ansa, considerato oggi uno dei maggiori esperti italiani di storia e cultura russa. Tornato più volte sul posto, ha continuato a seguire la vicenda da vicino raccogliendo storie, dati, voci esclusive. Il suo libro, nato da anni di indagini scrupolose, racchiude in particolare una lunga intervista a Vladimir Shikalov, fisico nucleare che fu supervisore dei programmi d’esame diagnostico all’interno del reattore distrutto di Chernobyl, guidando i coraggiosi “liquidatori” che condussero le operazioni di emergenza per il contenimento del disastro. Membro della commissione governativa per lo studio delle cause della sciagura, Shikalov elenca sia i nomi dei morti nei giorni immediatamente successivi al disastro, sia quelli dei deceduti in seguito per sovraesposizione alle radiazioni. La sua testimonianza inedita si aggiunge a quella di Oleg Genrich, operatore della sala centrale del reattore n. 4, divenuto invalido a seguito di profonde ferite provocate da fiamme e materiale radioattivo. Il risultato è il racconto dettagliato della catastrofe dove emerge anche l’oscurantismo di chi, pur informato dei fatti, ha preferito tacere cercando di nascondere una terribile verità, come è accaduto anche in recentissimi disastri internazionali. “Il libro”, spiega il vice direttore dell’Ansa Stefano Polli nell’introduzione, “è un pezzo di storia, ma è anche incredibilmente attuale perché disegna un’umanità spaventata e atterrita di fronte a un evento sconosciuto e senza precedenti. Impossibile non pensare ai giorni nostri e al Coronavirus”.
 
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