Volontario della Libertà. Il diario di Enzo Furiozzi prigioniero in Germania e partigiano in Italia

Siena il 21/05/2018 - Redazione
«Il mattino dell’8 settembre 1943, a noi, duecento reclute del 39 Rgt. Art. d’Armata, fu data la sveglia più presto del solito. Il programma era tutto nuovo. Si doveva andare in distaccamento a Bibbiano, distante poco più di 20 Km da Reggio Emilia, per fare qualche esercitazione un po’ più militaresca, ma soprattutto per lasciare sgombra la piazza d’armi non so bene per quali altri arrivi».

Iniziò così la tragedia di Enzo Furiozzi che con altri migliaia venne fatto prigioniero e portato in Germania con carri bestiame. Il diario, edito da Tralerighe, ritrovato casualmente presso l’archivio storico dell’Associazione toscana volontari della Libertà di Lucca, verrà presentato a Siena venerdì 25 maggio ( Libreria Mondadori, via Montanini, ore 18.00). A presentare l’interessante libro Andrea Giannasi, direttore del Museo della Liberazione di Lucca e Luca Furiozzi figlio dell’autore del diario di guerra e prigionia.

Enzo Furiozzi venne internato prima nel “Kriegsgefangenerlager II A”, il campo di concentramento di Neubrandenburg con il numero 102028 e poi nello Stalag 269 a Wipperfhürt, a una trentina di chilometri a nord-ovest di Colonia, nel cuore della Renania. Perduto fortunosamente lo status di I.M.I. (Internato Militare Italiano) il prigioniero ottenne la possibilità del rimpatrio come civile non più abile al lavoro e, una volta giunto in patria, entrò a far parte della Resistenza. A distanza di 75 anni dall’8 settembre 1943 il libro pone - come scrive l’autore - «Il 25 aprile 1945 e ciò che esso rappresenta tra le cose di cui deve essere costantemente e ben curata la memoria storica. Tra i tanti fatti e le tante vicende che la nostra giovane Nazione ha vissuto, questa data ha un significato particolarissimo e non surrogabile: rappresenta la conquista di quella libertà che ci fu a lungo conculcata, e, con essa, la nascita dell’Italia moderna, libera, viva e vitale».  Il libro inizia raccontando proprio il momento in cui quei giovani italiani persero la libertà ad opera dei tedeschi.

«Ci passarono poi in rivista – scrive Furiozzi - un lungo e meticoloso cerimoniale. Dovemmo aprire zaini, cassette, bagagli; rovesciare le tasche; aprire i portafogli; uno appresso all’altro in lunghe righe. Vennero sequestrati tutti gli oggetti di qualche valore, macchine fotografiche, carta moneta, coltelli e attrezzi, ecc. Poi ci avviarono alla disinfestazione, un rito questo, che si ripeteva, come vedemmo, ogni volta che si entrava o si usciva da un lager. Ci si spogliava nudi, si mettevano i nostri panni attorno a un trespolo di ferro numerato, avendo cura di lasciar fuori carte ed oggetti di cuoio (scarpe, portafoglio): i panni finivano in una grande autoclave e noi, in gruppi di trenta-quaranta, venivamo avviati in un camerone dal cui soffitto appositi ugelli versavano forti getti d’acqua caldissima. Una specie di terra saponaria, che col sapone aveva poco o niente a che vedere, avrebbe dovuto aiutarci a fare una vera pulizia. Poi si passava, in più file, allo spidocchiamento specifico: qualcuno, generalmente una prigioniera russa o polacca, seduto su una panchetta, intingeva un pennellone da imbianchino in un secchio di petrolio e lo passava poi intorno all’inguine, sotto le braccia e avanti un altro».

Gaudenzio (Enzo) Furiozzi nato a Camerino nel 1922, si è spento a Siena nel 2014. Laureato in Chimica, è stato insegnante e preside. Nel 1943 partì volontario per la Seconda Guerra Mondiale, finendo prigioniero in Germania quale militare italiano internato (IMI). Rientrato in Italia, divenne membro del CLN di Montebello Vicentino in quota Giustizia e Libertà. Cavaliere della Repubblica, è stato insignito della Croce al Merito di Guerra, del Diploma di Patriota e della Medaglia d’Onore del Presidente della Repubblica. È stato Vice presidente dell’Istituto Storico della Resistenza di Siena ed anche Presidente dell’Associazione Nazionale Combattenti e Reduci.  Ha svolto vasta attività culturale. Numerose le sue pubblicazioni su argomenti di politica e di attualità.
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