Garcìa Lorca, romancero gitano poeta delle metafore

Luigi Oliveto

25/08/2016

Il 19 agosto di ottant’anni fa, fucilato dai franchisti, moriva Federico Garcìa Lorca. Aveva 45 anni. Poeta dalle metafore sorprendenti, dal canto teso e drammatico, dalle immagini evocanti e misteriose. Una scrittura che reca in sé le suggestioni della poesia spagnola seicentesca, ma che si spinge fino agli stilemi dell’avanguardia. Lorca riteneva che le poesie fossero destinate ad essere come le foglie in autunno: cadere e macerarsi, e così penetrare in chi le accoglie. Perciò “Un libro di poesie / è un autunno morto: / i versi son le foglie / nere sulla bianca terra, / e la voce che li legge / è il soffio del vento / che li affonda nei cuori / intime distanze”. Nel caso di Federico Garcìa Lorca il poeta, la sua vita, ha dovuto subire l’uguale sorte della poesia.
 
 
La luna venne alla forgia
con la sua sella di nardi.
Il bimbo la guarda, la guarda.
Il bimbo la sta guardando.
Nell’aria commossa
la luna muove le sue braccia
e mostra, lubrìca e pura,
i suoi seni di duro stagno.
Fuggi luna, luna, luna.
Se venissero i gitani
farebbero col tuo cuore
collane e anelli bianchi.
Bimbo, lasciami ballare.
Quando verranno i gitani,
ti troveranno sopra l’incudine
con gli occhietti chiusi.
Fuggi luna, luna, luna
che già sento i loro cavalli.
Bimbo lasciami, non calpestare
il mio biancore inamidato.
Il cavaliere si avvicina
battendo il tamburo della piana.
nella forgia il bimbo
ha gli occhi serrati.
Per l’uliveto venivano,
bronzo e sogno, i gitani.
le teste sollevate
e gli occhi socchiusi.
Come canta la civetta,
oh, come canta sull’albero!
Nel cielo va la luna
con un bimbo per mano.
Nella forgia piangono,
mandan grida, i gitani.
L’aria la veglia, veglia.
L’aria la sta vegliando.
 
[F.G. Lorca, “Romance della luna, luna” in Romancero gitano]
 
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Luigi Oliveto

Luigi Oliveto

Giornalista e scrittore. Luigi Oliveto ha pubblicato i saggi: La grazia del dubbio (1990), La festa difficile (2001), Il paesaggio senese nelle pagine della letteratura (2002), Siena d'Autore. Guida letteraria della città e delle sue terre (2004). Suoi scritti sono compresi nei volumi collettanei: Musica senza schemi per una società nuova (1977), La poesia italiana negli anni Settanta (1980), Discorsi per il Tricolore (1999). Arricchiti con propri contributi critici, ha curato i libri: InCanti di Siena (1988), Di Siena, del Palio e d’altre storie. Biografia e bibliografia degli scritti di Arrigo Pecchioli (1988), Dina Ferri. Quaderno del nulla (1999), la silloge poetica di Arrigo Pecchioli L’amata mia di pietra (2002), Di Siena la canzone. Canti della tradizione popolare senese (2004). Insieme a Carlo Fini, è curatore del libro di Arrigo...

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