Il nastro di Mobius

X.Y. Calosimos

10/04/2020

8.54 Braintube. Un’ora gratis nel mio cervello. Sempre che il sovraccarico di dati lo consenta. Solenne e paffuto, Buck Mulligan comparve dall’alto delle scale, portando un bacile di schiuma su cui erano posati in croce uno specchio e un rasoio. Joyce devo leggerlo. Cavolo. L’Ulisse è nelle scatole del trasloco. Seconda casa, seconda casa, fuori dalla mia giurisdizione umana. Cavolo, la casa. Cavolo, il trasloco. Google maps: si mi ricordo ancora la strada. Ecco il bar accanto alla casa. Ecco la casa. La osservo da tutte le posizioni. C’è ancora.

8.57 Colazione. Il caffè sta uscendo, beato lui. Il frollino scaduto albeggia nel latte. Poi tramonta. Sul pacchetto l’ultimo coupon. Scaduto. Ho vinto un biglietto per un concerto che non c’è stato. Scaduto. Coi punti del supermarket improvviso una ceretta.

8.58. Musica, c’è bisogno di musica. On On Onn Onnnn. And I wonder if you know/How it really feels/To be left outside alone//When it’s cold out here/Well maybe you should know/Just how it feels/To be left outside alone/To be left outside alone. Left inside alone.

8.59 Cade una goccia di latte sulla tovaglia. La osservo spegnersi dentro il tessuto. Asciugo la gora sfregandovi freneticamente il dito sopra.

9.00 L’orecchio si sintonizza sui rumori esterni.  Tutti rumori smorzati, chiacchiericci indistinguibili, da confessionale. Sto in centro e sembra la periferia.

9.01 Pubblicità. Sei pronto per le pulizie di primavera? La primavera è dietro l’angolo ed è il momento di cominciare a mettere tutto a posto. In questi giorni via la pubblicità. Fa solo male. Dovrebbero capirlo, questi cazzoni del marketing. Dovrebbero fare un minuto anzi no, un mese di silenzio, fino a quando non riapriranno i cancelli, fidarsi del nostro istinto di consumatori frustrati. Tanto cercheremo loro istintivamente come i cavalli cercano l’acqua. E i tossicodipendenti i pusher.

9.03 e invece insistono. Mentre sogni la tua prossima vacanza, sii creativo e rilassati. Mentre guardi i film o giochi approfittane per imparare una nuova lingua. Internet offre delle possibilità illimitate D’ACCORDO. Ci sono mille modi per dirti ti amo, ma uno solo per dirti fanculo in tutte le lingue: Fuck you; Otvaly; Encule; Vaya mierda; Vai se foder; Marikata (Giapponese, il più sonoro ed elegante, mi riporta con la mente ai cartoni animati giapponesi che guardavo da piccolo)

9.05 Mi gratto coscienziosamente tutto il corpo. Così con la scusa lo passo in rivista. È come arare un campo incolto. La cosa mi dà piacere.  Come sentirne l’odore. Guardo la mia tuta da lavoro dei primi di marzo. Non l’ho ancora lavata. Puzza. Ma mi inebria come un tartufo d’Alba. Ogni tanto la venero come una reliquia, passandoci sopra il naso. Le mie narici la stirano, delicatamente. Delicatamente. Sa di lavoro. Di guai. Di sudore non solo mio.

9.07 Galletto. Banderuola sul tetto. Dal divano al letto cambia l’orientamento, i punti cardinali. La testa prima verso Nord, ora è verso est. Che influsso avrà? Cosa è meglio fare? Cambiare il letto o il divano. Dove devo voltarmi? Dov’è la mecca del mio spirito? Ora avrei anche tempo per cercarla

9.08 Guardo da tutte e tre le finestre. Geometrie visive diverse. Rettangolare, quadrata, oblunga. Ma il paesaggio non mi ispira. Sembra artefatto e statico, sembra una natura morta.

9.09 Le tende. Dovrei cambiarle. Mai visto tante tende come in queste settimane. Ci sono sempre, dietro l’iconcina della persona che parla con aria depressa in call conference. Tende spesse, leggere, di seta, stoffa, cotone, persino di plastica. Sono lo sfondo ideale della nostra improvvisata vita da mezzobusto. Quanti saranno in mutande dalla cintola in giù? Mi diverto a immaginare il mio capo: sopra il tavolo con gilet e camicia. Sotto il tavolo con reggicalze e tacco 12. Gambe pelose. Unghie dipinte arcobaleno

9.11 Ho dormito due minuti.

9.12 Diventa un master chef. Impara a cucinare il tuo cibo preferito e condividilo virtualmente con i tuoi amici e familiari. In casa sono rimaste due patate, un limone incartapecorito e cinque lattine di birra. Dovrei decidermi a mettermi in fila al centro commerciale. O ordinare online. Guess who’s bringing your dinner: GLS/UPS/DHL/BRT, ma perchè i corrieri hanno tre lettere come i partiti della prima repubblica?

9.14 Decido di proseguire mentalmente nel gioco di associazione dei film e dei corrieri: sono tutti così indaffarati e ognuno aspetta il suo con evidente impazienza. Quando poi arriva, se avessero la coda, i miei vicini scodinzolerebbero. Così sul momento mi vengono: The courier never rings twice; Any given package; Desperately Seeking an Address; Star tracking

9.20 Dietro la porta di casa mia/Ho notizie arrivate da molto lontano/Dietro la porta di casa mia/Ho un amore che tengo, che tengo a portata di mano/Ho pensieri importanti parcheggiati in un angolo/Aspettano me/Ho parole scadenti perdenti vicino a me/Dietro la porta di casa mia/C’è la polvere dei miei ritorni della mia strada/C’è l’ombra della mia anima/Sempre attenta ovunque vada. Bella canzone, bella canzone.

9.24Lo stress post-traumatico (Post Traumatic Stress Disorder, PTSD), è infatti una forma di disagio mentale che si sviluppa in seguito a esperienze fortemente traumatiche. Definito e studiato negli Stati Uniti soprattutto a partire dalla guerra del Vietnam e dai suoi effetti sui veterani, riproposti poi in tutte le più recenti esperienze belliche, il PTSD può manifestarsi in persone di tutte le età, dai bambini e adolescenti alle persone adulte, e può verificarsi anche nei familiari, nei testimoni, nei soccorritori coinvolti in un evento traumatico

9.26 L’evento traumatico viene rivissuto persistentemente con ricordi spiacevoli ricorrenti e intrusivi, che comprendono:
-Immagini, pensieri, o percezioni, incubi e sogni spiacevoli.
-Agire o sentire come se l’evento traumatico si stesse ripresentando.
-Disagio psicologico intenso all’esposizione verso fattori scatenanti interni o esterni che simbolizzano o assomigliano a qualche aspetto dell’evento traumatico.
-Reattività fisiologica o esposizione a fattori scatenanti interni o esterni che simbolizzano o assomigliano a qualche aspetto dell’evento traumatico.
-Evitamento persistente degli stimoli associati con il trauma e attenuazione della reattività generale.
- Difficoltà ad addormentarsi o a mantenere il sonno.
- Irritabilità o scoppi di collera.
- Difficoltà a concentrarsi.
- Ipervigilanza ed esagerate risposte di allarme.
 
9.30 Ma sì, dai. Giochiamo:
-Immagini, pensieri, o percezioni, incubi e sogni spiacevoli: ce l’ho. Ma non sono proprio spiacevoli. Nei miei sogni sto sperimentando un crescente masochismo e autolesionismo spirituale.
-Agire o sentire come se l’evento traumatico si stesse ripresentando: è dai primi di marzo che mi sembra di essere sul set del Giorno della Marmotta/Ricomincio da Capo.
-Disagio psicologico intenso all’esposizione verso fattori scatenanti interni o esterni che simbolizzano o assomigliano a qualche aspetto dell’evento traumatico: c’è da dire forse qualcosa?
-Reattività fisiologica o esposizione a fattori scatenanti interni o esterni che simbolizzano o assomigliano a qualche aspetto dell’evento traumatico: strane colonie di bollicini mutanti. Tutte le varianti del rosso e del porpora. Sempre nei posti più difficili da osservare. Come i funghi buoni nel bosco. Sai che ci sono, ma non sempre li trovi.
- Evitamento persistente degli stimoli associati con il trauma e attenuazione della reattività generale: detta anche volgarmente la sindrome del koala abbarbicato all’eucalipto.
- Difficoltà ad addormentarsi o a mantenere il sonno: più che altro difficoltà a capire quando dormo e quando sono sveglio. Se superassi questo scoglio potrei rispondere.
- Irritabilità o scoppi di collera: frequentissimi ma telematici, perché vivo solo. E non posso mandare a cagare il mio vicino. Perché sono convinto che mi denuncerebbe al suo medico di base se mi sentisse tossire. Già ora è diffidente. Se mi vede sul pianerottolo, sta dietro la porta (lo sento) ma non esce. Allora quando lo vedo uscire armeggio alla serratura della porta di ingresso perché così lui pensa che stia uscendo, si spaventa e torna in casa. Dicevo della collera: Il tavolo di legno in cucina ha tre avvallamenti. La mia mano destra due microfratture. Una volta è andata bene perché non ero troppo incazzato.
-Difficoltà a concentrarsi: sempre avuta. Ma sensibilmente peggiorata.
-Ipervigilanza ed esagerate risposte di allarme: ce l’ho. Ho passato i primi giorni a fare la spesa comprando anche cose per cui sono intollerante o addirittura moderatamente allergico.

9.36: Ragionamento logico deduttivo Ma se: 1. Tutti stiamo soffrendo o abbiamo sofferto un trauma. 2. Il trauma ha inevitabilmente delle conseguenze psicologiche e di stress. 3. Ci vuole qualcuno che curi il disturbo, ma questo qualcuno è anche lui stressato perché stiamo vivendo il primo trauma di massa della storia e quindi il primo disturbo post traumatico da stress universale  

9.38: Tg economico. Lì il virus non ha giurisdizione. Ci sono sempre soldi che mancano da una parte e soldi che generano altri soldi dall’altra. In finanza non vige il principio dei vasi comunicanti.

9.40. Il paradosso. Epimenide cretese afferma: tutti i cretesi sono bugiardi.  Un uomo costretto a casa lucidamente deduce: tutti gli uomini in quarantena sono folli. Eccone uno bello: L’amore ha tutto il diritto di essere disonesto e bugiardo. Se è sincero

9.44 Un altro bollettino governativo con annesso decretino. Numeri tirati per i capelli e uso acrobatico delle statistiche. Una cosa ho capito in queste due settimane. La virologia è interpretabile: nessun virologo dice esattamente la stessa cosa dell’altro. La statistica è plasmabile: parafrasando il Carosello con Virna Lisi: con quei dati può dire ciò che vuole. Distribuzione di dati con funzione gaussiana a forma di foglia di Sibilla.

9.47 Un altro messaggio di Conte: la sua popolarità cresce. Non è prestigio, né carisma. È sindrome di Stoccolma. Di massa.

9.50: Tentando una schematizzazione, potremmo individuare la sequenza degli stati emotivi di un ostaggio come segue:
-Incredulità;
-Illusione di ottenere presto la liberazione;
-Delusione per la mancata, immediata, liberazione da parte dell’autorità;
-Impegno in lavoro fisico o mentale;
-Rassegna del proprio passato
 
9.54 Dunque:
-Incredulità: già superata da un pezzo
-Illusione di ottenere presto la liberazione; insomma
-Delusione per la mancata, immediata, liberazione da parte dell’autorità; qui siamo all’assurdo. L’autorità ti imprigiona. L’autorità ti libera. Non si può essere delusi. O forse si è delusi al quadrato.
 -Impegno in lavoro fisico o mentale; mi sento un criceto. Il movimento domestico è ossessivo compulsivo. Dovrebbero collegarci tutti alla rete elettrica nazionale. Faremmo faville.
-Rassegna del proprio passato: fantasmi. Si chiamano fantasmi. Questi fantasmi. (I fantasmi non esistono. I fantasmi siamo noi, ridotti così dalla società che ci vuole ambigui, ci vuole lacerati, insieme bugiardi e sinceri, generosi e vili.)

9.55 Adesso vado in bagno. Vi lascio, lì devo essere da solo. Il bagno non è più un luogo di pensiero, ma l’Eldorado del rilassamento e del vuoto mentale. Defecare è una posizione Yoga accompagnata da uno stato Zen.
 
Torna Indietro
Lascia un Commento

Scrivi un commento

Scrivi le tue impressioni e i commenti,
verranno pubblicati il prima possibile!

Ho letto l'informativa sulla privacy e acconsento al trattamento dei dati personali ai sensi dell'art. 13 D. lgs. 30 giugno 2003, n.196

X.Y. Calosimos

Vai all' Autore

NEWS

x

Continuando la navigazione o chiudendo questa finestra, accetti l'utilizzo dei cookies.

Questo sito o gli strumenti terzi qui utilizzati utilizzano cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Chiudendo questo banner o proseguendo la navigazione, acconsenti all’uso dei cookie.

Accetto Cookie Policy
X
x