#Ioraccontobreve 3. I racconti della settimana, selezionati e commentati

Massimiliano Bellavista

13/05/2020

Ringraziando ancora per il costante flusso di racconti che generosamente ci inviate partecipare al nostro contest delle 100 parole, constatiamo che il vincolo delle 100 parole, lungi da rappresentare una trappola, esalta invece la qualità della narrazione. Il livello dei testi pervenuti è molto alto, sia tecnicamente sia nei contenuti. Solidali a Milano, ancora in grossa difficoltà, iniziamo con uno “Scanu d’autore” che riguarda proprio il Duomo (lo ringraziamo per la sua generosità e siamo certi che se prossimamente pubblicherà davvero una raccolta di racconti brevi, sarà un bomba!).
Il Duomo di Milano è una meringa di Stefano Scanu
La ventiquattrore in una mano, il piccolo Leo nell'altra. Alle sette del mattino Piazza Duomo sembra un colpo di cipria, la cattedrale una meringa gotica che galleggia sui portici. I tram frignano nel nebbione che ubriaca tutti di solitudine. Sul 23 Leo e il padre contano le fermate come grani di un rosario, spiano i profili densi dei palazzi, dei passeggeri. Ad ogni curva le mani si perdono e cercano, ciecamente.
Poi la scuola, il tram si svuota, la marea bianca scivola e scopre.
Solo adesso Leo vede la mano che stringe e il padre come fosse la prima volta
 
E per i fatti curiosi della vita e delle lettere, dopo un romano che scrive di Milano, eccone un altro che scrive di… Roma! Ma si tratta di una Roma davvero inedita che in questo davvero notevole racconto, più che alla Grande Bellezza assomiglia a un grande e sgangherato suq. Ci manda il testo Francesca Condò, architetto specialista in restauro dei monumenti. Da settembre 2015 è in servizio presso la Direzione generale Musei del MIBACT con incarichi relativi a rapporti internazionali bilaterali, progettazione di mostre in Italia e all'estero. Si sta occupando di attività per il miglioramento del racconto museale, tema che ci è molto caro e su cui speriamo di tornare presto per Caffè 19.
Medio oriente alla fine della strada
Pandemia. Domenica 3 maggio, quasi alla fase due. Potrei andare alla Coop ma ho paura – venerdì sono stata in fila a leggere dalle 8 e mezza e sono uscita con la spesa alle 13 e 25. Avanzo, mascherina e guanti – tutte e due riciclate – fino ai bidoni della spazzatura, Il sistema postmedievale di Roma anni 2000: sempre pieno, sempre sporco. Farmacia chiusa. Per la prima volta vado oltre le due rastrelliere di frutta e entro nel negozio. Mio fratello dice che ci sono anche altre cose, là dentro, oltre alla verdura: era tornato a casa con un bricchetto di panna fresca della centrale del latte. Mordo la madeleine: le cose che mi servono non ci sono. Scaffali con merce rada, biscotti improbabili. Datteri e sacchi di legumi a terra. Il frigo con le bibite gassate. Cerco le verze ma dal banco mi guardano solo cavoli alienati. L’uomo dietro ai banchi è restio a rispondere. No, ci sono solo quelli. Pago, tentata di dire shukran alla donna alla cassa in mascherina, occhiali e chador rosso. C’è penombra, come nelle infinite botteghe che ho visto in Giordania, in Tunisia, anche in Turchia. Ma sono a poche centinaia di metri da casa. Via Guareschi, Laurentino 38. Roma.
 
E da Roma ci spostiamo in una sfera più intima, in questo metamorfico racconto di Giuseppe Capurso. Giuseppe dice di sé che nella sua Padova scrive per divertirsi e si diverte scrivendo. Scrive favole e racconti per bambini, e questo ben lo si intuisce dal ritmo e dal tono della sua narrazione, al contempo giocoso ed elegante. Anche noi ci siamo divertiti molto leggendo il suo pezzo, speriamo che ce ne manderà altri o forse magari delle favole (perché alle favole ci crediamo ancora) e non possiamo esimerci dal fare un saluto ai suoi gatti Casper e Felix. 
Il sogno
Precipito dentro il tuo sogno. Ti sfioro le spalle. Tu ti volti sorridendo ma io mi sono trasformato in un gatto. Provi ad accarezzarmi ma io scappo e mi nascondo in un cesto, lo apri e ci trovi un cactus. Hai paura di toccarmi, ti volti per prendere un guanto ma io sono una rondine. Tu mi guardi, con la testa all’insù mentre volo in una stanza completamente bianca. Sfioro una parete, scendo e divento in una porta di legno. La apri, entri e precipiti dentro il mio sogno. Mi sfiori le spalle, io mi volto sorridendo ma tu ti sei trasformata in un gatto.
 
Forse in effetti meglio restare nei territori del sogno. Anche perché fuori dal sogno sono tempi davvero duri per tutti, anche per categorie un po’ particolari, perché ci sono da ripensare riga per riga e verso per verso perfino i gesti quotidiani (e le nostre reazioni ad essi). Ce lo spiega bene Stefano Valacchi, toscano, senese, che ci dice di scrivere di tutto, ma in special modo racconti. Quanto al messaggio che ci ha inviato, approfittiamo per dirgli che secondo noi la sua prova è ufficialmente riuscita! Lui capirà.
Tabaccheria 19
Arrivo in tabaccheria. Persone in fila con guanti e mascherine. Fermi tutti! urlo. Ma dove va? Faccia la fila! E stia ad un metro di distanza! E indossi i guanti! dice un’anziana signora scuotendo la testa. Ma non lo vede il telegiornale? Quando è il mio turno con i guanti fatico a prendere la pistola. È una rapina! urlo nuovamente. Si meglio, e con ché? ironizza il tabaccaio. Dalla rabbia mi strappo maschera e guanti. Tutti gettano portafogli e borse a terra. Prenda tutto ma non ci tocchi… non ci tocchi… non ci tocchi…
 
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Massimiliano Bellavista

Massimiliano Bellavista
Massimiliano Bellavista è consulente di direzione, blogger (www.thenakedpitcher.com) e docente di Management strategico presso l’Università di Siena. Vincitore di premi letterari, suoi racconti e poesie sono pubblicati su riviste e antologie. Scrive una rubrica fissa per la rivista stroncature.com. Tiene regolarmente seminari di scrittura e in merito alla valorizzazione ed alla comprensione del libro antico come bene letterario e culturale. A Siena anima la scuola di scrittura Recensio. Riguardo alle sue opere di narrativa, poesia e management, pubblicate in italiano ed in inglese, tra le più recenti ricordiamo: Le reti d’impresa (Franco Angeli, 2012); Anatomia dell’invisibile (Tabula Fati, 2017); L’ombra del Caso (Il Seme Bianco 2018) e The Naked Pitcher (Licosia 2018); Dolceamaro (Castelvecchi 2019); Marketing e management degli impianti sportivi (Azzurra 2019); Vertical Farming (Licosia 2019)
 
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