L.E.F., libreria e casa editrice nel cuore di Firenze

Serena Bedini

12/11/2018

La storia di una città si identifica con le vicende dei suoi abitanti e caratterizza le vie che la percorrono, irrompe negli androni dei palazzi, si imprime nei decori delle facciate ed è vivacizzata dalle iniziative che la città stessa ospita nel corso del tempo. È una bella mattina di novembre quando arrivo in via de’ Pucci: mi dirigo verso il maestoso portone di Palazzo Pucci e vado ad incontrare Giannozzo Pucci. Già sin qui ho tracciato solo con un nome una parte della storia di Firenze ma c’è di più perché Giannozzo Pucci è il proprietario della L.E.F., Libreria Editrice Fiorentina che, oltre ad essere una libreria indipendente, è la casa editrice nata nel 1902 con la quale hanno collaborato personalità del calibro di Giovanni Papini, Giorgio La Pira, Piero Bargellini, Guido Manacorda e che per prima ha pubblicato le opere di Don Milani. Non posso nascondere una certa emozione che mi serra la gola quando sospingo la porta a vetri ed entro nello spazio raccolto e ricolmo di libri che è oggi la libreria L.E.F. Inizio a guardarmi intorno: è come se i volumi - e ancor più la cultura che contengono - si fossero appropriati di ogni angolo della libreria, occupando arbitrariamente nicchie ricavate nelle pareti e vani delle finestre, persino il camino è adibito a scaffale tramite mensole, ricolme di opere. Resto trasognata a osservarlo: le pagine dei libri al posto delle fiamme, ossia il sapere che arde e riscalda l’animo come il fuoco… forse più del fuoco. Vengo riscossa dai miei pensieri e invitata ad entrare nello studio di Giannozzo Pucci: lo vedo seduto alla sua scrivania, i capelli brizzolati, gli occhi marroni e profondi, i modi pacati e calmi; resto colpita dall’umanità che traspare in ogni suo gesto. Si premura che io sia seduta comodamente, mi ascolta mentre mi presento e ho l’impressione di avere la sua totale attenzione quando gli parlo, fatto questo oggi sempre più raro, tanto si è presi a controllare continuamente il cellulare, dimenticando che chi si ha davanti in carne ed ossa ha diritto a un riguardo maggiore di chi irrompe deliberatamente nelle nostre vite con lo squillo di un cellulare.
 
Di solito chiedo ai librai di parlare di come siano arrivati ad aprire la loro libreria ma nel caso della L.E.F. i contorni si fanno più rarefatti, visto che è una realtà storica a Firenze e quindi le chiedo di parlarmi di come lei, nel 2004, sia arrivato ad acquisirla.
Nei primi anni Sessanta, la L.E.F. era stata acquisita dai fratelli Vittorio e Valerio Zani che già ci lavoravano; Valerio seguiva la libreria, Vittorio la casa editrice. Il mio rapporto con la L.E.F. nasce nel 1974 quando, per vicende personali, decisi di iniziare anch’io a pubblicare dei libri che mi parevano importanti. Andai da Vittorio Zani a chiedere il suo consiglio, come editore di Lettera a una professoressa e di lì a poco pubblicai in proprio il mio primo libro che gli portai per avere un giudizio. Ne rimase colpito tanto che tra noi nacque un accordo di collaborazione che più avanti mi portò a far diventare la mia piccola iniziativa editoriale una collana all’interno della L.E.F., i Quaderni d’Ontignano. Poi l’impegno politico e la passione per l’agricoltura diradarono i miei impegni editoriali ma continuai a mantenere il rapporto con la L.E.F. e a dirigere la collana dei Quaderni d’Ontignano. Nel 2002, ricevetti da Vittorio Zani la proposta di acquistare la L.E.F., non avendo i suoi figli intenzione di prendere in mano l’attività: io in quel periodo avevo problemi familiari molto gravi e dolorosi e, pur prendendo in considerazione la proposta, non risposi. Passati alcuni mesi, decisi di acquistare la casa editrice ma, poco prima che potessimo stipulare un accordo, Zani venne a mancare. Trascorse ancora più di un anno e infine, nel gennaio 2004, ne divenni il proprietario. Più tardi anche Valerio Zani chiuse la libreria.
 
Acquisire una casa editrice storica, una pietra miliare della città, era indubbiamente un onore, ma anche una responsabilità da un punto di vista morale…
Sì, per questo ho sempre cercato di indirizzare la casa editrice secondo una strada che fosse coerente con i principi che l’avevano ispirata e quindi avendo cura che ogni nuova pubblicazione, collana o scelta editoriale confluissero in quell’orientamento spirituale, morale e sociale che ne aveva caratterizzato l’impegno fin dall’inizio e che ho sviluppato nel campo della critica alla modernità a partire dal suo fallimento nella consonanza con la creazione.
 
La libreria è uno spazio raccolto e denso di fascino antico: c’è un camino, ora adibito a scaffale per i libri… ma prima cosa c’era nell’ambiente che oggi ospita la libreria e l’esposizione delle pubblicazioni L.E.F.?
Nell’Ottocento qui si trovava l’archivio di famiglia, con i fascicoli dell’amministrazione. Più di recente, mio padre volle ampliare questi locali, acquisendo ulteriori metri quadrati e questo permise di affittarli a negozi.
 
La L.E.F. ha un sito internet, un profilo Facebook con oltre 3000 follower e una storia che le consente di essere un punto di riferimento di questa città ma, a suo avviso, questo è sufficiente per promuovere una libreria e contrastare la crisi dell’editoria?
No, una simile crisi dovrebbe essere combattuta attraverso ben altre misure che purtroppo non dipendono dalle scelte dei librai indipendenti o degli editori ma che, al contrario, dovrebbero essere attuate dal Governo. Un libraio oggi risente fortemente del problema degli sconti che in Italia sono del 15% su ogni libro e vengono fatti dalle grosse catene librarie, dai supermercati e dai grandi store online, come Amazon. Servirebbero politiche come quelle tedesche che non prevedono sconti sui libri o come quelle francesi che consentono degli sconti non superiori al 5%, in quanto permettere un ribasso del 15% a volume conduce di fatto a soffocare la piccola e media editoria e i librai indipendenti che hanno un guadagno sul prezzo di copertina bassissimo.
 
Sono scelte economiche sbagliate quindi a determinare un’autentica crisi del sistema o, anche secondo lei, non si legge più tanto quanto una volta?
Il fatto è che sistematicamente si tende a privare i giovani della necessità di leggere e di scrivere. La tecnologia e l’elettronica, che sono indubbiamente molto utili e preziose, vengono introdotte nelle scuole troppo presto e il loro uso pervasivo induce a rendere tablet, smartphone e computer come elementi sostitutivi delle facoltà umane. Un ragazzo che usa troppo Internet e i dispositivi tecnologici perde l’abitudine a memorizzare nozioni, a leggere attentamente un testo e a concentrarsi sulle singole parole, a scrivere correttamente. La lettura e la scrittura richiedono concentrazione e crescente consapevolezza che mal si conciliano con brani brevi per tempi di lettura ridotti e schermi retroilluminati. Il ritorno al libro che è poi anche il ritorno a una dimensione più umana e artigiana della nostra vita è sicuramente auspicabile.
 
Lei, non a caso, è anche il fondatore della Fierucola, il piccolo mercato che con una cadenza regolare occupa le piazze di Santo Spirito e della Santissima Annunziata a Firenze, riportando l’artigianato e i prodotti biologici alla ribalta…
Sì, l’artigianato è un’arte nobile come quella della coltivazione: entrambe infatti restituiscono all’uomo la sua dimensione, la conoscenza del mondo, il rispetto della natura e permettono di preservare intatte le tradizioni.
 
Quali libri consiglierebbe ai nostri lettori?
Sono molti: indubbiamente un classico della nostra produzione è Don Milani con Lettera a una professoressa di cui ricorre il cinquantenario della pubblicazione e che non è mai scontato rileggere; poi recentemente ho pubblicato il mio saggio La rivoluzione integrale (L.E.F., 2018), in cui ripercorro mezzo secolo di battaglie ecologiste alla luce dell’Enciclica di papa Francesco Laudato si’; un volume molto interessante e dal titolo palesemente provocatorio è Hitler precursore (L.E.F., 2011), il cui sottotitolo pone una domanda inquietante e attuale, Il XXI secolo inizia con Auschwitz?: in esso l’autore Carl Amery delinea la possibilità che lo scontro fra civiltà progredite, ma saccheggiatrici, e società arretrate e abusate muova proprio dalle teorie hitleriane; un altro volume molto attuale è quello di Terence Ward, Per capire oggi il Medio Oriente (L.E.F., 2017), in cui si affronta in modo semplice e diretto la questione dell’Arabia Saudita, della sua espansione in tante parti del mondo insieme alla sua ideologia religiosa Wahabi, una specie di eresia settecentesca dell’Islam che è la vera matrice del terrorismo e degli stravolgimenti che sta portando nei paesi vicini a noi; infine la nostra XXXV ristampa di La rivoluzione del filo di paglia di Masanobu Fukuoka (L.E.F, 2015), un’introduzione all’agricoltura naturale edita nella collana dei Quaderni d’Ontignano.
 
Qual è il sogno di Giannozzo Pucci, proprietario della casa editrice e della libreria L.E.F.?
Rivendico il mio ruolo di editore che pubblica opere contenenti un messaggio: ebbene, il mio sogno è che questo messaggio, veicolato dai nostri libri, venga colto e compreso da un numero sempre più alto di persone.
 
Saluto ed esco. Mentre cammino per strada ripenso a questo incontro: il messaggio di L.E.F. continua a diffondersi dal 1902, la sua intensità è tale che – ne sono certa – continuerà ad attrarre e affascinare volando ben al di sopra dei follower e dei selfie e parlando ben altra lingua rispetto al linguaggio SEO.
 
L.E.F. – Libreria Editrice Fiorentina
Via de' Pucci 4, Firenze
Tel. 055 579921 - Fax. 055 2399342
www.lef.firenze.it | editrice@lef.firenze.it
 
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Serena Bedini

Serena Bedini
È nata a Firenze nel 1978; si è laureata con 110/110 e lode in Filologia Moderna nel 2005 presso l’Università degli Studi di Firenze. È scrittrice, giornalista, docente. Maggiori informazioni su di lei sono reperibili su www.serenabedini.it.

 
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