Sumia Sukkar. La guerra siriana da un interno di famiglia

Luigi Oliveto

26/01/2017

Quando pensiamo alle guerre, le immagini che vengono agli occhi sono prevalentemente scene di insieme. Più difficile è immaginare i problemi, spesso le tragedie, che si consumano tra i singoli, nelle famiglie. A offrirci uno di questi spaccati ha provveduto Sumia Sukkar, una giovanissima scrittrice britannica (di soli 25 anni), figlia di padre siriano e madre algerina. Ha scritto un romanzo intitolato “Il ragazzo di Aleppo che ha dipinto la guerra” in cui si raccontano le intime sofferenze di una famiglia causate dalla guerra civile siriana. Pagine molto partecipi e di notevole forza immaginativa. Un interno di famiglia, dunque, con un quattordicenne, Adam, affetto dalla sindrome di Asperger, che, dipingendo, cerca a suo modo di spiegarsi e raffigurare la guerra in cui si trova in mezzo. La sorella maggiore, Yasmine, fa di tutto per proteggerlo, ma anche lei deve fronteggiare i propri traumi. E poi i loro tre fratelli, tormentati da quali scelte assumere verso il conflitto in atto nel paese. Ecco, così, un efficace reportage da una zona di guerra, ma visto, appunto, dall’interno delle mura domestiche, nel flusso di una quotidianità percorsa da affetti, paure, speranze.
 
 
Il sole è appena sorto. Mi sveglio sempre a quest’ora, semplicemente perché non riesco a dormire se fuori c’è la luce e non mi piace chiudere le tende, perché mi fa sentire in trappola. Una volta stavo giocando a nascondino con Khaled e mi sono nascosto sotto il letto, lui non riusciva a trovarmi. Poi mama l’ha chiamato e si è dimenticato di me. L’ho aspettato per ore. Da quella volta lì ho cominciato a odiare i posti piccoli e bui. Mi fanno paura.
Quando mi siedo sul letto, posso guardare fuori dalla finestra. La strada è deserta e anche più polverosa di prima. Il caffè è ancora chiuso, si vedono i manifesti sui muri. Deve senz’altro essere una tempesta di sabbia, o forse una guerra, come ha detto Yasmin. Faccio un salto verso la finestra per leggere cosa dicono i manifesti, ma non ci riesco da questa distanza. Guardo l’orologio. È sabato. Non ho scuola oggi, perciò non posso uscire. Vado fuori solo quando c’è la scuola, altrimenti non ho nessun’altra ragione per farlo. Dovrò aspettare, prima di leggere ciò che dicono i manifesti.
Sento l’odore di caffè provenire dalla cucina. Il gusto mi fa schifo, ma mi piace svegliarmi con quel profumo. Dal salotto mi arriva il suono della TV. Di solito nessuno si sveglia così presto di sabato, tranne me e Yasmin. Con un salto torno sul letto e poi alla porta, per vedere chi stia guardando la televisione. Voglio guardare il mio programma mattutino sull’arte moderna, ma mi sa che oggi non ci riuscirò. Faccio cinque passi, poi uno a destra, metto giù l’altro piede e ne conto altri tre verso il salotto.
Il salotto sembra un quadro di arte astratta dai toni brillanti. Strizzo gli occhi. Ci sono troppi colori, per essere di mattina. La famiglia al completo è seduta davanti alla TV. Hanno tutti il piumone addosso. Mi domando da quanto tempo stiano lì. La colazione è ancora intatta: sul tavolo ci sono cinque caffè, un piatto con peperoni rossi e gialli affettati e del formaggio labna in una ciotola. Mi manca il labna di mama, il suo era il migliore.
Nessuno si gira verso di me quando entro. Mi domando cosa stia succedendo. Immagino sia per la tempesta di sabbia, non può essere veramente una guerra. Nessuno indossa abiti militari. Sullo schermo si vedono le strade affollate da enormi gruppi di persone che protestano con striscioni che da qui non riesco a leggere.
“La rivoluzione nel mondo arabo sta continuando ormai da nove mesi e ora la Siria sta affrontando una rivolta,” dice la voce della commentatrice con un tono come se una raffica di puntine metalliche le stesse saltando fuori dalla bocca. Non riesco più a guardare.
Yasmin si alza per andare in cucina e mi vede lì in piedi.
“Adam, vai a lavarti che intanto ti preparo la colazione.”
“Cosa sta succedendo Yasmin? Anche noi stiamo protestando? Pensavo ci fosse una tempesta di sabbia.”
“Una tempesta di sabbia? Dai, Adam, vai a lavarti, su.
“Yasmin, perché non vuoi dirmelo?”
“Adam, non c’è nessuna tempesta di sabbia. Ci sarà una guerra. Una guerra vera e propria e noi domani andremo alle manifestazioni.”
[…]
Improvvisamente sento degli strani rumori venire da fuori. Sembrano il latrato di un branco di lupi affamati. Non sapevo ci fossero i lupi ad Aleppo. È eccitante sentirli, ma ho paura. Perché mai i lupi dovrebbero ululare in questo modo? Corro fuori dalla mia stanza come un fulmine in cerca di Yasmin.
“Yasmin! Sento i lupi! Yasmin!”
“Vieni dentro Adam, cos’è che non va, habibi?”
“Yasmin, non senti i lupi là fuori? Vieni che ti faccio vedere!”
Conduco Yasmin verso il lato della casa che dà sulla strada fissandola in viso. I suoi occhi sembrano così piccoli. Penso abbia paura. Le avevo visto gli occhi così piccoli, solo al funerale di mama. O ha paura o è preoccupata, ma poi perché preoccuparsi così tanto per via dei lupi?
“Yasmin, che c’è che non va?”
“Tesoro sono cominciate le proteste e stanno arrivando nella nostra via.”
“È questo che intendevi quando hai detto che è iniziata la guerra?”
“Sì, io e i ragazzi dobbiamo unirci alla folla. Adam, tu starai a casa con Isa.”
“Pensavo andassi domani. Non puoi andare oggi, non è ancora ora.”
“Anch’io pensavo che saremmo andati domani, ma devo andare oggi.”
Yasmin corre in salotto a chiamare Khaled e Tareq e a dirgli di vestirsi e prepararsi. Oggi non mi sento troppo bene, forse perché ho paura. E se gli succede qualcosa? Capitano sempre delle disgrazie durante la guerra. C’è sempre del sangue nei dipinti sulla guerra, in tutti quanti. E se tornano a casa ricoperti di sangue?
 
[da Il ragazzo di Aleppo che ha dipinto la guerra di Sumia Sukkar, trad. di Barbara Benini, Il Sirente, 2017]
 
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Luigi Oliveto

Luigi Oliveto

Giornalista e scrittore. Luigi Oliveto ha pubblicato i saggi: La grazia del dubbio (1990), La festa difficile (2001), Il paesaggio senese nelle pagine della letteratura (2002), Siena d'Autore. Guida letteraria della città e delle sue terre (2004). Suoi scritti sono compresi nei volumi collettanei: Musica senza schemi per una società nuova (1977), La poesia italiana negli anni Settanta (1980), Discorsi per il Tricolore (1999). Arricchiti con propri contributi critici, ha curato i libri: InCanti di Siena (1988), Di Siena, del Palio e d’altre storie. Biografia e bibliografia degli scritti di Arrigo Pecchioli (1988), Dina Ferri. Quaderno del nulla (1999), la silloge poetica di Arrigo Pecchioli L’amata mia di pietra (2002), Di Siena la canzone. Canti della tradizione popolare senese (2004). Insieme a Carlo Fini, è curatore del libro di Arrigo...

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