William Sidis, storia di un genio e della sua vita imperfetta

Paolo Ciampi

03/02/2017

Vorrei vivere la vita perfetta. L'unico modo per avere la vita perfetta è viverla in solitudine. Così nel 1914 dichiarava a un giornalista William Sidis, bambino prodigio e genio ribelle che incantò, sconcertò e irritò l'America, prima di scomparire in una voragine di silenzio. Finché, a distanza di molti anni, è arrivato a restituirgli voce Morten Brask, giornalista danese che ha saputo ricomporre le tessere del mosaico di una vita eccezionale per talento e sofferenza. “La vita perfetta di William Sidis”, così si chiama appunto il libro uscito per Iperborea. E ovviamente di vita perfetta ce n'è poca in queste pagine. La storia di William Sidis è piuttosto la storia di una vita che il talento non riesce a riscattare. La storia di un mistero e di tanta solitudine.
 
Ma prima di tutto: non è un personaggio inventato, William Sidis, anche se sembra personaggio più capace di vivere tra le pagine di un romanzo che nell'esistenza di tutti i giorni. Le cronache ce lo segnalano come capace di leggere il New York Times a 18 mesi e di imparare da solo il greco e il latino a quattro anni. Sidis memorizza all'istante ogni libro che sfoglia, parla dieci lingue e ne inventa una nuova, a undici anni è in grado di presentare le sue teorie ai professoroni di Harvard.
 
Eppure qualcosa si blocca presto, in questa storia che sembra promettere successi accademici, fama planetaria, onori e guadagni di tutto rispetto. Sarà per l'infame pressione dei genitori, sarà per un amore che rimane un sogno, sarà per le idee socialiste e pacifiste che non trovano posto in quell'America. O sarà piuttosto che è troppo facile che doti eccezionali finiscano per essere catalogate come uno scherzo di natura. Perseguitato della stampa, rifiutato dai coetanei, emarginato come altre categorie dei diversi, Sidis finisce nel tritacarne dei sospetti, delle invidie, delle maldicenze e si perderà.
 
Davvero, è una persona sola, una delle più sole che abbia incontrato nelle mie letture. E tuttavia non abbastanza sola da non aspirare alla solitudine pura, scambiata per vita perfetta. Personaggio tragico, Sidis: che continua a interrogarci sulla natura del genio e su ciò che l'umanità alla fine perde, per incapacità di ascoltare e accogliere chi è diverso. 
 
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Paolo Ciampi
Giornalista e scrittore fiorentino, Paolo Ciampi ha lavorato per diversi quotidiani e oggi è direttore dell’Agenzia di informazione e comunicazione Toscana Notizie. Si divide tra la passione per i viaggi e la curiosità per i personaggi dimenticati nelle pieghe della storia. Ha all’attivo oltre venti libri con diversi riconoscimenti nazionali e adattamenti teatrali. Gli ultimi, in ordine di pubblicazione, sono L’uomo che ci regalò i numeri (Mursia) che racconta i viaggi e le scoperte del matematico Leonardo Fibonacci, "L’Olanda è un fiore. In bicicletta con Van Gogh", finalista del Premio Albatros – Città di Palestrina, e due libri che raccontano cammini, "Tre uomini a piedi" (Ediciclo) e "Per le Foreste sacre" (Edizioni dei Cammini). Con Tito Barbini è uscito per Clichy con "I sogni vogliono migrare". E' molto attivo nella promozione degli aspetti sociali...
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