Augusto Codogno

Domenico di Bartolo. Pictore Dasciano

€ 10,00

Casa Editrice: nessuna

Anno: 2017

N. Pagine: 64

Formato: 24x30

Il volume ha una prefazione di Vittorio Sgarbi e un saggio storico del professor Mario Ascheri.
Contiene tavole e cronologia della vita e delle principali opere.

Sebbene siano ancora incerte le date di nascita e morte (1400/1404-1444/1447), è definitivamente confermato che fu Asciano, in provincia di Siena, il Comune a dare i natali a Domenico di Bartolo. Ipotesi peraltro già avanzata da Giorgio Vasari. Infatti, in tutti i documenti dell’epoca, il suo nome è seguito sempre dal toponimo “Dasciano”, “deSciano”, “deAsciano”, ad indicare l’origine alla quale lo stesso Domenico doveva tenere in modo particolare. Lo conferma un contratto stipulato proprio ad Asciano nel 1437 con i frati del Convento Agostiniano per una Madonna su tavola: «Allogagione a Domenico di Bartolo di Ghezzo d’Asciano d’una tavola….».
Per la sua arte, è forse il meno apprezzato tra i grandi artisti senesi del Quattrocento, magari «a causa della sua attrazione per l’arte fiorentina e quello stile minutamente descrittivo, spesso crudamente realistico, che non si accordavano alla principale corrente della pittura senese», come scrive lo storico dell’arte Carl Brandon Strehlke. Tuttavia, furono « proprio queste qualità a fare di lui una figura cruciale per gli sviluppi successivi dell’arte e creare la sua unicità come cronista della vita di ogni giorno».

Le prime notizie su Domenico risalgono al 1420, apprendista per il Duomo di Siena; poi, il suo nome compare nei registri della corporazione dei pittori. A Siena entrò in contatto con due dei maggiori scultori dell’epoca, Francesco di Valdambrino e Jacopo della Quercia. Nel 1434 lavorò al celebre pavimento del Duomo di Siena, mentre  l’anno seguente fu proprio Jacopo della Quercia, nominato “operaio” della cattedrale, a procurare a Domenico di Bartolo la commissione per gli affreschi della sacrestia. Poi l’attività di Domenico si sposta a Firenze, Asciano e Perugia. A Firenze, Domenico dipinse pale d’altare per la Chiesa del Carmine; a Perugia nel 1438 completò una pala d’altare per il convento di santa Giuliana (oggi esposta alla Galleria Nazionale).

Tornato a Siena si dedicò alla decorazione del “Pellegrinaio” nello Spedale della Scala. Un ciclo di affreschi, realizzato tra il 1441 e il 1444, che costituisce la sua impresa più ambiziosa e apre una fase nuova nella storia della pittura senese rinascimentale. «Dopo gli affreschi di Ambrogio Lorenzetti nel Palazzo Pubblico raffiguranti gli effetti del Buono e del Cattivo Governo, era la prima volta che la vita senese veniva ritratta con tanta attenzione ai dettagli». L’ultima commissione di Domenico fu l’Incoronazione della Vergine, un affresco nel Palazzo Pubblico di Siena, completato nel 1445 da Sano di Pietro, che forse aveva collaborato fin dall’inizio al progetto.
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Augusto Codogno

Augusto Codogno è nato a Monteroni d’Arbia (SI) nel 1967. Da sempre appassionato di letteratura e storia locale ha pubblicato diversi libri, tra i quali, in ambito letterario La notte delle ciliegie e Luna di Creta. Tra le pubblicazioni storiche ricordiamo invece L’antica storia di S. Angelo a Tressa oggi Ponte a Tressa, Monteroni: un borgo sulla francigena, Tolomeide, Monteroni... Vai alla scheda autore >

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