Casa Editrice: Pacini Editore
Anno: 2017
N. Pagine: 272
Formato: 24x3.5
In una lettera scritta da Roma il 12 luglio 1612 a Cristina di Lorena, vedova del granduca di Toscana Ferdinando I de’ Medici e madre del giovane Cosimo II, il pittore Orazio Gentileschi presentava la figlia Artemisia come propria allieva ed affermava orgogliosamente che “oggi non ci sia pari a lei, avendo per sino adesso fatte opere che forse i prencipali maestri di questa professione non arrivano al suo sapere”. La ragazza non aveva ancora vent’anni e suo padre ne magnificava le doti artistiche, esaltando la sua precocità nell’apprendimento, al punto che già da tre anni ella dipingeva autonomamente. Dietro la pubblicità di Orazio si celava il desiderio di far approdare Artemisia in Toscana per sottrarla al clima, ormai insostenibile, che si era creato intorno a lei negli ultimi mesi, a seguito di un processo ancora in corso, cominciato a febbraio e destinato a protrarsi sino alla fine di novembre: un processo che – com’è noto agli amanti della storia dell’arte e non solo – vide Artemisia denunciare per violenza carnale il pittore Agostino Tassi, che l’aveva stuprata il 6 maggio 1611 e che nei mesi successivi, prospettando un matrimonio riparatore, aveva approfittato ancora di lei. La vicenda umana e la carriera pittorica di Artemisia, nonché i giudizi che la critica le ha riservato nel corso del tempo, appaiono inscindibilmente legati a questo avvenimento biografico, già di per sé tremendo, e alla pena del processo, durante il quale la testimonianza di Artemisia fu più volte messa in dubbio nonostante avesse ribadito la propria versione persino sotto tortura, e che si concluse, di fatto, con una condanna piuttosto blanda del Tassi. Anche se molto rimane ancora da indagare, la statura artistica di Artemisia ha cominciato ormai ad assumere tratti sempre più precisi. In queste pagine, lungi dal pretendere di stilare un catalogo specialistico, l’Autore ripercorre agilmente il percorso artistico di Artemisia mettendo in evidenza la straordinaria qualità della sua pittura e le peculiarità dei soggetti da lei affrontati, soprattutto in relazione agli stimoli culturali con cui venne in contatto durante i suoi soggiorni e i suoi viaggi. La fisionomia di Artemisia verrà così a delinearsi come quella di una donna colta e sensibile, di grande carattere e passione, talvolta spregiudicata; ma anche dotata di senso pratico e ben attenta alla costruzione della propria immagine e carriera. In una parola, un’artista pienamente inserita nel milieu di quel secolo ricchissimo e controverso che è stato il Seicento.
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Casa Editrice | Pacini Editore |
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Codice | 978-88-6995-319-4 |
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