Casa Editrice: Angelo Pontecorboli Editore
N. Pagine: 306
Formato: 16x23
Lo studio del mercato dell’arte relativo alle avanguardie resta ad oggi un campo di ricerca ancora largamente inesplorato. Il presente volume intende offrire un contributo in tale ambito presentando un’analisi del collezionismo e del mercato delle opere d’arte surrealista negli anni tra le due guerre e dell’immediato dopoguerra da un punto di vista privilegiato: la London Gallery fu infatti l’unica galleria ufficialmente surrealista presente in Gran Bretagna. L’analisi delle complesse dinamiche che caratterizzarono la politica culturale e le strategie commerciali della galleria londinese permette inoltre di porre le basi per una rilettura del Surrealismo britannico di cui il saggio ripercorre le tappe fondamentali, dal periodo della sua costituzione sullo sfondo dell’internazionalizzazione programmatica del movimento promossa dal capogruppo André Breton al mutato clima culturale degli anni del dopoguerra, in cui la London Gallery fu costretta a chiudere i battenti. Collezionismo e mercato, che contraddistinguono l’intensa attività delle due figure di riferimento della galleria, Roland Penrose ed E.L.T. Mesens, costituiscono due aspetti imprescindibili per comprendere compiutamente le peculiarità del gruppo surrealista britannico. La London Gallery fu attiva a Londra, negli anni tra le due guerre e nell’immediato dopoguerra, come spazio espositivo polivalente cui i suoi due direttori, l’inglese Roland Penrose e il belga E.L.T. Mesens – galleristi e mercanti ma anche appassionati collezionisti – conferirono una chiara tendenza surrealista. Il movimento era approdato in Inghilterra nei difficili anni precedenti allo scoppio della guerra, quando la crisi economica dilagava ormai in tutta Europa: in questo problematico contesto la London Gallery fu la sola sede ufficiale del gruppo surrealista d’oltremanica e giocò, grazie anche alla sua rivista, il «London Bulletin», un ruolo determinante non solo nella diffusione della poetica del movimento ma anche nella promozione delle opere dei membri affiliati, sia britannici che continentali. Grazie ad un intenso programma espositivo, a ben precise strategie commerciali, volte soprattutto a procacciarsi grandi quantitativi di opere dello stesso artista (paradigmatici, in questo senso, furono gli acquisti delle collezioni Gaffé ed Éluard e, soprattutto, quello dell’atelier Delvaux nel 1938), ma senza dimenticare anche le ragioni del cuore che guidano le scelte di ogni collezionista, Penrose e Mesens costruirono non solo una ben ramificata rete commerciale ma anche un sistema culturale in grado di influenzare le carriere degli artisti e, conseguentemente, anche il mercato, anche se la loro impresa fu resa effimera dai tragici eventi bellici e dalle profonde mutazioni storico-culturali dell’immediato dopoguerra. La storia della London Gallery, che viene qui ricostruita sulla scorta di un’ampia documentazione d’archivio per massima parte inedita, rappresenta quindi un momento fondamentale non solo delle fortune del Surrealismo d’oltremanica, ma anche della storia del collezionismo e del mercato del Novecento.
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Casa Editrice | Angelo Pontecorboli Editore |
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Codice | 978-88-3384-009-3 |
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Caterina Caputo ha conseguito il titolo di Doctor Europaeus in Storia dell’arte contemporanea presso il Dottorato in Storia delle arti e dello spettacolo delle Università di Firenze, Pisa e Siena con una tesi incentrata sulla London Gallery, da cui nasce la presente pubblicazione. Ha al suo attivo diversi contributi sulla storia del collezionismo e delle esposizioni; attualmente, grazie... Vai alla scheda autore >
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