Roberto Mancini - Paolo De Simonis

Il canto delle pietre

€ 15,00

Casa Editrice: Aska Edizioni

Anno: 2022

N. Pagine: 108

Formato: 24x22

Francesco Cremoni, sculture e disegni.

Francesco Cremoni è nato a Carrara. Questa sua sorte gli ha consentito di confrontarsi da sempre con gli artisti a lui coevi e con quelli della grande tradizione che hanno percorso le vie della cave ed hanno affidato ai carrarini la realizzazione monumentale delle loro opere. Nella sua città ora egli ricopre all'Accademia la cattedra più significativa per questa tradizione: vi insegna infatti Tecniche del marmo, delle pietre e delle pietre dure all'Accademia. Ed il marmo, materiale della scultura per eccellenza nella tradizione della storia dell'arte, è il "suo" materiale. Cremoni si qualifica cosi come un artista appartenente alla linea più antica e gloriosa della scultura: in ogni civiltà, da tempi leggendari, al marmo perenne si affida la trasmissione dei valori che ogni cultura considera identitari. Un dato immediatamente percepibile nelle opere del Cremoni è la straordinaria perizia tecnica, cui è certamente sottesa la maestria nella scelta e nell'impiego degli attrezzi che costituiscono una eredità secolare per gli scultori del marmo, e che a Carrara trova un radicamento avvalorato dalla storia. Nelle sue opere egli può cosi alternare superfici compatte, che sembrano riecheggiare linguaggi delle avanguardie storiche come le forme astratte di Brancusi e Arp, a frammentazioni di scaglie, memori di più recenti ricerche che fanno seguito all'informale degli anni sessanta del Novecento. Possiamo indicare come fil rouge nalla produzione di Cremoni una antinomia tra bello e sublime, ripercorrendo in tal modo una delle filiere più feconde dell'estetica settecentesca. Se infatti le suporfici levigate possono divenire una metafora del bello ideale che suscita sensazioni di piacere, le interruzioni di tale levigatezza, che sempre ricorrono nelle sue sculture, ovvero le superfici frastagliate, increspate, acuminate, sono la metafora del sublime che genera un orrore dilettevole, una sensazione dolorosa e la percezione del rischio. In tale continua oscillazione dunque risiode la modernità di questa scultura che riflette la condizione esistenziale dell'uomo modemo, sempre dilaniato tra la ricerca del piacere e la sensaziono irrefrenabile del rischio e del pericolo.
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Roberto Mancini

è un filosofo che sa fare della filosofia un dono per le nostre vite, nella concretezza del nostro  cammino in terra. Professore di Filosofia Teoretica presso l’Università di Macerata è autore di numerosi saggi in cui riesce a coniugare il rigore del ricercatore con la passione e il  coinvolgimento del credente. Vai alla scheda autore >

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