Audiolibri, il profondo valore invisibile delle parole ascoltate

il 04/02/2013 - Redazione

La parola come forma simbiotica che permette di immaginare, prefigurarsi e disegnare un’infinita varietà di universi circostanti. Per chi, quotidianamente, è bombardato di immagini la parola forse non ha questi poteri straordinari. Per chi invece non può far affidamento sulla vista, la percezione del circostante deve necessariamente passare dalla ipersensibilizzazione degli altri organi percettivi. Anche di fronte ad un audiolibro c’è un volume da leggere, che notoriamente è il campo nel quale l’immaginazione (nel senso più etimologico del termine) può spaziare in un’infinita gamma di situazioni, casi, figure, significanti e significati. In quest’ambito, la parola non è più solo ascoltata. E’ sentita. Gli audiolibri sono diventati in tal senso uno strumento di indicibile importanza per un ipovedente che, come Anna Maria Chechi dell’Uic di Siena, diventa la guida in questo mondo in cui la parola va percepita in simbiosi con il mondo che descrive.

Che importanza hanno gli audio libri per un non vedente?
“Per me moltissima, li leggo in continuazione, mi servo della Biblioteca comunale dove abbiamo un servizio apposta per noi e poi ho un piccolo apparecchio per leggere attraverso un sistema speciale”.
Che differenza c’è a livello di percezione del significato della parola?
“Attraverso il braille, leggo come una persona “normale”. Leggendo io riesco a entrare nella realtà, se leggo la descrizione di un panorama che logicamente non ho mai visto, formulo in me la mia realtà, me la scrivo dentro, mi dà delle sensazioni. Mi dà degli impulsi che non riceverei semplicemente passeggiando”.
Impatto emotivo più dirompente?
“Per me significa scoprire cose che, camminando per la strada, se nessuno mi descrive quello che mi circonda, non percepirei. La lettura mi serve anche a questo, a scoprire la natura e il cielo”.
Come descriverebbe le sue sensazioni quando si trova davanti ad una descrizione?
“Se è descritto il cielo e in quel momento è nuvoloso, io immagino le nuvole e il buio, anche se con il buio convivo ogni giorno. Mi immagino qualcosa che mi dà brividi perché non riesco a percepire. Se invece mi viene descritto il sole, a parte sentirlo sulla pelle ed è una sensazione piacevole, mi immagino qualcosa di luminoso. Mi creo dentro di me una realtà che spero sia quella vera e che mi dà gli stessi impulsi che dà a una persona “normale”, come sensazioni di gioia. Chi vede può toccare la realtà, io la posso solo immaginare. La parola è come se fosse vissuta da un non vedente”.
Come immagina un libro?
“Per me un libro è come una sorpresa. Sono sempre stata una lettrice accanita dotata di grande curiosità e voglia di scoprire. Quando apro un libro per me è come se stessi scoprendo qualcosa di nuovo dentro di me e questo alimenta la mia curiosità, è un fremito di gioia. Mi piacciono anche i romanzi e quando li leggo entro in quella dimensione. Ogni evento, ogni descrizione mi fa immergere in un’altra dimensione e il mondo intorno a me scompare. Il libro è per me un’evasione, un universo a sé stante, un rifugio”.

Andrea Frullanti

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