Il periodo del fascismo visto dagli occhi di un ragazzo che si è dovuto spostare con la famiglia dal Veneto al Lazio per cercare fortuna nelle terre bonificate da Mussolini. È questa, in estrema sintesi, la trama del libro di Antonio Pennacchi Canale Mussolini (Mondadori), vincitore della sessantaquattresima edizione del Premio Strega ed ora finalista sia al Premio Campiello che al Premio Acqui Storia come romanzo storico dell'anno. Un successo di critica che ha ricompensato i tanti rifiuti ottenuti all'inizio della carriera di scrittore di Pennacchi, come confessa lui stesso: da quando avevo sette anni sentivo di dover raccontare questa storia, che è anche la storia della mia famiglia. I rifiuti ci sono stati, il mio romanzo d'esordo "Mammut" ricevette cinquantacinque no da parte di trentatre editori, prima di essere pubblicato da Donzelli nel 1994. Comunque io ho perseverato e ne è valsa la pena. La mia ultima pubblicazione Canale Mussolini è la sintesi di tante esperienze ed è l'opera per la quale sono venuto al mondo.
La pubblicazione – Canale Mussolini affronta in maniera personale e biografica il tema del fascismo. Come spiega l'autore il Canale Mussolini è l'asse portante su cui regge la bonifica delle paludi pontine. I suoi argini sono scanditi da eucalipti immensi che assorbono l'acqua e prosciugano i campi. Su questa terra nuova di zecca, bonificata dai progetti ambiziosi del duce e punteggiata di città appena fondate, vengono fatte insediare migliaia di persone venute dal nord, un vero e proprio esodo. Oltre tremila persone famiglie come la mia assai numerose, di circa dieci persone ciascuna. Il libro contiene nel retro copertina delle belle immagini d'epoca, alcune di queste riproduzioni raffigurano le paludi pontine nel 1926, altre l'agro pontino redento dalla bonifica nel 1939, bonifica che rese il fascismo estremamente popolare tra i nuovi abitanti di questa parte del Lazio.
L’autore - Antonio Pennacchi, figlio di coloni giunti dal Veneto, si dedica alla politica fin da ragazzo iscrivendosi al Msi. A seguito di un contrasto con i vertici del partito però si allontana e, dopo una lunga riflessione legge Marx e passa a sinistra, aderendo ai marxisti-leninisti di Servire il popolo. Tra le sue opere nel 2003 esce l'autobiografico Il fasciocomunista, vincitore del Premio Napoli, da cui poi viene tratto il film Mio fratello è figlio unico con Elio Germano e Riccardo Scamarcio.
Chiara Masini
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