Chiude la mostra di Rosai con un convegno di “Arte e psicologia”, a Firenze il 21 giugno

il 20/06/2011 - Redazione

Un evento speciale chiude una mostra altrettanto unica, l’esposizione “Ottone Rosai e San Salvi” che giunge a conclusione con il convegno “Passato e Presente della psichiatria”. L’incontro è fissato per domani 21 giugno, nella Sala Luca Giordano di Palazzo Medici Riccardi, dalle ore 15 alle 18. La discussione su Rosai non vuole essere una ripetizione dei temi critici ricorrenti nella letteratura dedicata all’artista, ma, come indicato dalla mostra alla quale si collega, intende porre Rosai nello sviluppo sociale e civile fiorentino in un decennio carico e vitale. Inoltre gli interventi indagheranno l’aspetto sociale ed umano della realtà di San Salvi in un tempo in cui stava facendosi strada una nuova sensibilità relativa al disagio psichico e alla figura umana della sofferenza. La conversazione, da Rosai, si estenderà al “passato e presente della psichiatria” in un alternarsi di riflessioni storiche e di aperture critiche sul presente.

L’esposizione - Molti gli ospiti che parteciperanno a questa conversazione, promossa dalla Provincia di Firenze e dall’International Association for Art and Psychology, che cerca di ripercorrere i cambiamenti che negli ultimi decenni hanno caratterizzato il mondo della psichiatria, i metodi di cura e di ricovero, ma anche la mentalità e l’approccio verso le malattie ed i malati stessi. Questo percorso dialettico si sviluppa assolutamente in parallelo con l’arte e, in particolare, con l’esperienza di Ottone Rosai che tra il 1950 e il ’54 si avvicinò molto all’allora Ospedale psichiatrico di San Salvi, in un primo momento in visita ad un amico ricoverato, per poi stringere uno speciale rapporto con Franz Catagni, medico dalle significative intuizioni cliniche e dalla grande umanità.

L’evento - È infatti da questo particolare momento della vita dell’artista che è nata la mostra “Ottone Rosai e San Salvi”, come frutto del ritrovamento di una collezione privata di 46 opere inedite che Rosai eseguì durante le sue visite a San Salvi: ritratti di pazienti, inservienti e medici dell’istituto con un sentimento e un pathos sorprendenti. Gli incontri e gli sguardi tormentati che abitavano quelle mura toccano profondamente l’artista e innescano in lui l’impulso di un’arte immediata, fatta quasi di getto, attraverso schizzi a matita, ad olio o a carboncino. Pochi tratti per rappresentare la pazzia e la ricerca di serenità di questi uomini, con i volumi qua e là ritoccati verso una lieve o pronunciata deformità, nelle loro fattezze, nei corpi pesanti e provati colti nei riposi e negli intervalli della loro storia sempre più umana che clinica.

L’appuntamento - Domani sarà l’ultima occasione di vedere la mostra, nei locali del Museo Mediceo di Palazzo Medici Riccardi: 33 disegni, 11 acquerelli, una tavola e un olio, a cura del critico Stefano De Rosa, autore anche del catalogo pubblicato da Nicomp Editore.

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