Parlare con Paolo Mereghetti è come confrontarsi e sprofondare all’improvviso nella storia del cinema. Un mondo che si apre schiudendo le porte ad un arricchimento che va oltre il conosciuto. Del resto proprio al suo nome e alla sua opera è legato uno dei più grandi e importanti dizionari dei film. Il Mereghetti. Critico cinematografico del Corriere della Sera, premio Flaiano per la critica nel 2001. A lui va il merito di aver restituito al pubblico una visione del cinema meno scontata e più pertinente.
Cinema e letteratura. Quale rapporto li lega ancora oggi?
“Credo che il rapporto tra cinema e letteratura debba essere questo: tu cerchi di prendere ciò che la letteratura in quel preciso momento ti offre per arrivare al film. Puoi essere fedele o puoi non esserlo, non mi sembra una pregiudiziale. La cosa importante è che lo spirito del film rispetti lo spirito del libro altrimenti i libri sono soltanto un campionario di trame che vengono presi con la conclusione che si inventano storie interessanti ma si perde una specificità che il libro ha in sé”.
Come la mettiamo con la divisione di giudizio tra chi legge un buon libro e poi rimane deluso dal film e viceversa?
“Il problema vero di solito è che ciò che uno vede o legge per prima rischia poi di colpire l’immaginazione. Quando si legge un libro la forza delle parole e dell’espressione fanno captare dalla testa delle immagini. Se poi il regista le rende in altro modo qualcuno rischia di rimanere deluso. Ma siccome i libri si esprimono attraverso le parole e i film attraverso le immagini è chiaro che non ci potrà mai essere l’adesione perfetta. La speranza è che tutti e due arrivino al medesimo effetto. Alle volte succede. L’anno scorso ad esempio è uscito un film Revolutionary road ispirato ad un libro di trent’anni prima di Richard Yates. Il libro è considerato un capolavoro. Penso che anche il film lo sia. Altre volte, invece, i film sono occasioni sprecate”.
Quali ad esempio?
“Lo straniero di Visconti. Il libro di Camus è così forte che meriterebbe una versione migliore. Mentre è curioso come di alcune favole le versioni cinematografiche siano più celebri delle favole stesse. Nel Pinocchio di Collodi il burattino viene mangiato da un pescecane, mentre in quello di Walt Disney da una balena. Così nell’immaginario collettivo Pinocchio viene mangiato dalla balena. Berry Lindon di Kubrick mi sembra una grande versione di una grande libro ma anche Falstaff è un grande film. Pur non esistendo un Falstaff tra la produzione di Shakespeare è una delle versioni cinematografiche sheaksperiane più riuscite”.
Il suo rapporto con la lettura?
“Cerco di leggere tanto anche in maniera disordinata. Ho dei buchi nel passato e cerco di recuperarli come posso. Vorrei leggere di più ma il mio lavoro mi sottrae tempo”.
Qual è lo stato salute cinema italiano?
“Non è un grande stato di salute. Il punto più dolente in questo momento è l’esercizio. L’apertura dei multiplex non ha fatto aumentare il pubblico, non ha favorito una diffusione maggiore dei film, mentre ha permesso ad alcuni film di incassare di più. Ma questo non ha prodotto benessere per tutto il cinema. Spesso i produttori cinematografici sostengono film con l’unico scopo di farli funzionare nei multisala. Con una rincorsa alla commedia che non sempre è giustificata. Le cose non funzionano lo stesso o non vanno come dovrebbero andare. La varietà di offerte del cinema dovrebbe essere molto più vasta ma il livello industriale del cinema italiano mi sembra ancora molto debole”.
Cosa salviamo del nostro cinema?
“Penso che ci sia un’ottima leva di buoni attori sia uomini e donne; ci sono anche registi che hanno delle idee e una capacità di fare non soltanto il grande film d’autore ma tenere in considerazione le aspettative del pubblico. Forse ci vorrebbero dei produttori più coraggiosi, più solidi economicamente, non sempre bisognosi dell’apporto dello Stato”.
Cristiano Pellegrini
SOTTO TORCHIO
LIBRO E AUTORE PREFERITO
“L'idiota” di Fedor Dostoevskij
L’ULTIMO LIBRO LETTO
“Moby Dick” di Herman Melville
IL LIBRO DA CONSIGLIARE AI LETTORI
“Ferito a morte” di Raffaele La capria
LEGGERE E’….
Aiutarmi a capire meglio attraverso le parole il mondo in cui sono
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