Cultura toscana a palazzo. Intervista agli architetti Paolo Bertoncini Sabatini ed Emilia Daniele

il 13/02/2012 - Redazione

Due anni di lavoro preparatorio, ventisei sezioni arricchite da trecento immagini per un volume che ripercorre quattro secoli di architettura in Toscana attraverso i palazzi antichi e le storie delle famiglie che li hanno voluti e abitati. E’ “L’arte dell’abitare in Toscana. Forme e modelli della residenza fra città e campagna” scritto dagli architetti Emilia Daniele e Paolo Bertoncini Sabatini (Edizioni Polistampa). Tra gli enti promotori della pubblicazione la Fondazione Monte dei Paschi di Siena e le associazioni Osservatorio dei Mestieri d'Arte e Dimore Storiche Italiane, sezione Toscana.

Paolo Bertoncini Sabatini, in che modo una dimora storica può raccontare la cultura di un territorio?
“Lo fa in modo chiaro. Per scrivere questo volume abbiamo fatto una scelta critica ben precisa. Per ogni area abbiamo individuato un momento particolare di svolta in cui la tipologia del palazzo ha modificato e connotato in modo preciso l’identità e l’immagine di quel territorio. Il nostro viaggio attraverso i secoli in Toscana è fatta di quadri che per ogni zona mettono in evidenza questo momento peculiare. Poi è stato interessante mettere a confronto le diverse aree della Toscana per trovare elementi comuni o caratteristiche specifiche che identificano in modo inequivocabile un territorio”.
Emilia Daniele, tre paragrafi del volume sono dedicati a Siena e ai suoi palazzi…
“A Siena abbiamo riservato un’attenzione particolare. Le dimore descritte nel libro sono quelle che partono dall’insediamento del genere palazziale, del palazzo signorile del Quattrocento commissionato direttamente da papa Pio II o filiate dalla sua cultura e da quella umanistica di Leon Battista Alberti. Il tutto scorrendo varie tipologie architettoniche e analizzando l’autonomia culturale di Siena che nel Quattrocento conserva il suo bagaglio medievale ma ha un’apertura significativa verso il Rinascimento. Il viaggio senese prosegue poi fino a Peruzzi. Il volume voleva approfondire proprio questo momento storico-culturale: come la città ha accolto il Rinascimento facendolo germogliare in modo autonomo rispetto a Firenze. Un’altra parte del libro è dedicata, poi, al Seicento-Settecento senese, periodo in cui una serie di motivi politici culturali e sociali hanno determinato un grande sviluppo dell’edilizia privata urbana, un rinnovamento nelle forme e negli stili”.
C’è un messaggio particolare che il libro vuole trasmettere?
“Uno dei messaggi è che ciascun ambito territoriale analizzato ha la sua autonomia culturale, formale e stilistica, ma allo stesso tempo il volume lascia trasparire come in Toscana ci siano delle trame molto legate, con fattori culturali e stilistici univoci. Riunendo in un unico volume la storia delle dimore, è più facile riconoscerle e comprenderle”.

Susanna Danisi

Clicca qui per vedere il video "Dimore e palazzi storici raccontano la Toscana"

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