Da San Quirico a Los Angeles per inseguire un sogno, diventare una grande ballerina. Veronica Anselmi, 23 anni, ha lasciato nei mesi scorsi, la propria famiglia, gli amici, le abitudini di sempre e la sua San Quirico. Guarda il video
Veronica, come è nata e come è cresciuta questa tua passione per la danza?
Una passione nata all’età di 5 anni anche se fino ai 18 non ho mai studiato danza a livello professionale. Ho iniziato “a casa mia”, a San Quirico nella scuola di paese (Tersicore) dove ho incontrato le prime persone che mi hanno sostenuta da sempre ed incitata. E’ nato tutto per gioco, come avviene per ogni bambino a quell'età; poi crescendo anche la passione che avevo per questa arte è diventata sempre più forte, e quindi, finiti gli studi superiori ho deciso che quello della ballerina sarebbe stato il mio lavoro. Non sapevo ancora come, dove e perché, sapevo solo che quello era ciò che volevo fare e quindi da quel momento ho iniziato a studiare seriamente circa 4 volte alla settimana danza classica e modern. Ho continuato studiare danza classica e modern nella scuola dove ero cresciuta e dove sono diventata successivamente insegnante di modern; inoltre seguivo i corsi di danza classica presso una scuola a Siena, dove ho iniziato a muovere anche i primi passi in campo lavorativo. All'età di 20 anni, poi, mi sono trasferita a Roma dove ho avuto la possibilità di studiare a livello più professionale e dove si hanno più opportunità di lavoro. Sono rimasta a Roma due anni dove ho studiato con i maggiori esponenti del mondo della danza italiano e nello stesso tempo ho lavorato come insegnante in varie scuole e come ballerina per vari show.
Poi il trasferimento Oltreoceano…
Sono arrivata negli Usa nel settembre 2009. Sono partita da sola, con l'intenzione di rimanere solo un paio di mesi, per allargare i miei studi professionali e per farmi un po’ di esperienza. Ma ho capito che Los Angeles sarebbe stato il luogo dove volevo vivere e tentare di realizzare il mio grande sogno.
Famiglia, abitudini, affetti…ci vuole coraggio a lasciare tutto?
Beh, vivere soli nel mondo non è facile. La mia famiglia, i miei amici, i miei affetti, mi mancano ogni giorno della mia vita così tanto che mi scendono le lacrime mentre ne sto parlando. Qui devi imparare a cavartela da sola perché nessuno ti aiuta. Quando hai la febbre mamma non ti porta le medicine e quando stai male i tuoi amici non sono vicini a te. Mi sono fatta anche io questa domanda, ma il mio cuore mi da sempre la risposta: ho bisogno di essere felice e realizzata io
per prima, per poter rendere felici e sereni le persone che ho intorno. Sono giovane ed è questo il momento per me di costruire il mio futuro, esattamente come lo voglio. Una volta serena e realizzata, dedicherò il resto della mia vita alle persone a cui voglio bene. Non sono il tipo che farebbe di tutto per la danza, faccio solo quello che il cuore mi dice e in questo momento vivere questa esperienza e ciò che mi rende felice. Quindi accetto con sacrificio questo compromesso, e vado avanti.
Quali sono i tuoi prossimi obiettivi professionali?
Molti e nessuno. Diciamo che la strada non è molto chiara perche non puoi mai sapere cosa succede, ma più chiara è la meta. Il mio sogno più grande è quello di ballare per Justin Timberlake, sono sicura che succederà… molto presto. Di sicuro vorrei lavorare a Los Angeles per un po’ di anni, farmi delle belle esperienze lavorative e poi tornare a casa.....podere, cavallo e bambini…
Un giorno, quindi, pensi di tornare in Italia?
Tornerò sicuramente in Italia, non ho idea del come e quando ma tornerò a casa mia, perché non è qui che voglio vivere per sempre e dove farei crescere i miei figli. Hollywood va benissimo per lavorare, ma quando ci vivi ti rendi conto di quando questo non sia il mondo reale. Quando avrò realizzato i miei sogni al di qua dell’Oceano, tornerò a casa in Italia, e costruirò qualcosa di mio dove spero i miei allievi avranno le opportunità che io non ho avuto in Italia, perché anche noi di talenti ne abbiamo molti, solo che li lasciamo andare via oppure non ci impegniamo a scoprirli quindi si vorrei avere la mia scuola. Insomma come per la ricerca scientifica, anche nella danza c’è la fuga di cervelli
Quali sono state le difficoltà più grandi nella tua nuova vita negli Usa?
Di difficoltà ce ne sono in quantità industriale perche è tutto e diverso. A partire dalla lingua, perché lo slang americano è difficile da capire, e poi tutte le altre difficoltà che si incontrano a vivere da soli dall'altra parte del mondo, anche se la più grande è stato avere il visto.
Qual è, se c’è, un modello professionale a cui ti ispiri nel tuo settore?
Ci sono tante persone che stimo ed ammiro ma ce ne sono alcune che sono speciali per me, non solo perche sono ballerini e coreografi incredibili, ma perché per me sono persone bellissime che mi hanno trasmesso il loro e amore e la loro dedizione. Prime fra tutti la mia insegnante di danza classica di Roma Mariella Castelli che é e sarà il mio più grande esempio e ispirazione ed etica professionale. Poi le mie ispirazioni artistiche sono sicuramente Jillian Meyers e Dee Caspary. E se non li conoscete...beh, mi dispiace molto per voi.
Infine, ti manca la cucina di babbo e mamma (i genitori hanno una pizzeria-ristorante a San Quirico)?
La cucina è più che altro quella di babbo, perché mamma è addetta “al pubblico”. Però si toccare un tasto molto dolente. Sogno la pizza praticamente quattro notti a settimana, sono l’unica persona che quando torna in Italia ingrassa invece di dimagrire. Si, la cucina di babbo mi manca da morire.
L.B
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