“Dentro i racconti brevi, le storie di grandi autori”. Parla Serenella Pallecchi del Premio Formiche Rosse

il 25/03/2013 - Redazione

Un’occasione per chiunque abbia voglia di esprimersi e condividere l’amore per la scrittura con altri appassionati. Il premio di narrativa essenziale “Formiche Rosse”, promosso dall’Arci di Siena, dal 1997 è sostanzialmente questo, oltre che un concorso importante, aperto a tutti, al quale sono ammessi racconti brevi a tema libero in grado di comunicare pensieri, idee, stati d’animo. «Formiche Rosse compie 16 anni di età, anche se il bando in corso rappresenta la dodicesima edizione del premio, in quanto le edizioni non sempre hanno coinciso con l’anno solare. Il bilancio è sicuramente positivo – racconta Serenella Pallecchi, presidente di Arci Siena - perché il Premio ha raggiunto i luoghi di produzione e di fruizione culturale e letteraria di livello nazionale, sia per la pubblicizzazione del bando, sia per l’interesse, da parte delle biblioteche, di ricevere la nostra pubblicazione».

Perché l’idea di far scrivere ai partecipanti solo racconti brevi?
«L’idea del racconto breve nasce nell’Arci di Siena per dare una caratteristica particolare al premio. Formiche Rosse non è, e non ha nemmeno la pretesa di esserlo, un concorso che premia romanzi, come altri, anche famosi. Formiche Rosse vuole essere un luogo aperto a tutti e a tutte, aperto a chi ha voglia di scrivere e di esprimere ciò che sente. E questa accessibilità, secondo noi, la si può garantire solo con una forma di scrittura essenziale. A ciò va aggiunto che il racconto breve unisce la semplicità all’efficacia della parola narrante. Ed è questa, secondo noi, la formula vincente del premio».
Chi sono i partecipanti al concorso? Esiste un identikit?
«E’ impossibile tracciare un identikit dei partecipanti: negli anni hanno partecipato giovanissimi, persone anziane che hanno mandato i racconti scritti a mano perché non sapevano utilizzare un pc, oppure intere classi scolastiche. Hanno partecipato, quindi, uomini e donne che avevano voglia di scrivere. Un fattore per noi è importantissimo. Segno che la formula del premio ha funzionato ed è riuscito ad intercettare questo bisogno di espressione attraverso la scrittura».
Quanto è difficile per la giuria selezionare i vincitori?
«Certo non è un compito semplice quello della giuria riuscire a selezionare e a condividere i dieci racconti vincitori, quando magari sono centinaia i racconti partecipanti per ogni edizione. Ma alla fine, condividendo tutti i principi e le finalità del premio, risulta abbastanza naturale ragionare e selezionare i vincitori. Colgo l’occasione per ringraziare tutti coloro che lavorano su Formiche Rosse (il direttore Adriano Scarpelli, lo staff tecnico e tutti i giurati) in quanto la caratteristica del premio si basa sul volontariato, sulla passione alla lettura e sull’attaccamento all’associazione».
Quanto l’attualità, le cronache, la crisi, incidono sulla creatività dei partecipanti? Avete notato negli anni un cambio di rotta nelle tematiche?
«Analizzando Formiche Rosse abbiamo notato, caso mai, una tendenza inversa. Proprio perché, come dicevo prima, ad ogni edizione aumenta il numero dei partecipanti, io credo che la crisi (in particolare la crisi sociale e valoriale che si sta registrando negli ultimi anni) spinga le persone a scrivere e a trovare, in questi luoghi, un vero momento di partecipazione democratica e di espressione di loro stesse».
Tra una settimana scade il termine per partecipare a questa edizione. Quanti sono i racconti già pervenuti? Da dove?
«I racconti pervenuti ad oggi superano abbondantemente il centinaio, e l’ultima settimana è sempre quella in cui l’arrivo dei racconti aumenta vertiginosamente. Io, in qualità di giurata del premio, non so dire da dove provengono i racconti che stanno arrivando per questa edizione, in quanto vengono classificati ed archiviati dallo staff tecnico. I giurati leggono i racconti in forma anonima e solo dopo aver decretato i dieci racconti vincitori, possiamo conoscere l’identità dei rispettivi autori e autrici».
Un premio istituito per far crescere e coltivare l’amore per la scrittura. In questi 16 anni avete notato una crescita di interesse e magari fatto da trampolino di lancio per qualche scrittore che dal vostro premio ha spiccato il volo verso la carriera letteraria?
«Formiche Rosse, a partire dalla sua nascita nel 1997, ha visto crescere un interesse forte intorno a sé. Non so se Formiche Rosse è stato trampolino di lancio per qualche partecipante verso una carriera letteraria, perché il nostro obiettivo è quello di aprire uno spazio di espressione, non ci interessa “lanciare” eventuali possibili scrittori. Non è un caso, infatti, che Formiche Rosse premia dieci racconti alla pari, senza una classifica di gradimento».

Andrea Frullanti

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