Dialogo con i cipressi di Bolgheri. Luigi Oliveto legge Carducci al Liceo Piccolomini

il 09/11/2011 - Redazione

La vita e la poetica, i versi e gli ideali risorgimentali di Giosuè Carducci. Questi gli aspetti piacevolmente affrontati dal giornalista e scrittore Luigi Oliveto, in occasione dell’incontro con gli studenti del Liceo Enea Silvio Piccolomini di Siena nell’ambito del III Salone degli Editori Senesi a cura di sienalibri.it.

Dopo aver brevemente illustrato ai ragazzi il contenuto della sua ultima pubblicazione - “Giosuè Craducci, una vita da poeta” – Luigi Oliveto ha intrattenuto il giovane uditorio con la lettura della poesia carducciana: “Davanti a San Guido”. “Una poesia che permette non solo di analizzare la poetica del Vate del Risorgimento” - ha detto Oliveto - “ma anche la sua vita e la sua infanzia trascorsa nell’alta Maremma”. Un dialogo con i cipressi di Bolgheri; quei cipressi che lo videro crescere tanti anni prima. Giosuè attraversa in treno le terre dell’infanzia e quegli alti alberi “in duplice filar” sembrano invitarlo a fermarsi, a recuperare il tempo passato, andato ormai per sempre. Molti i ricordi: l’aria fresca delle sere maremmane, le sassate tirate da bambino per gioco, che richiamavano sassate molto meno giocose: quelle dei moti del ’48. E la nonna Lucia, figura di riferimento per l’intera famiglia.
E poi le allusioni ai moti dell’anima e ai tormenti, le esplicite dichiarazioni di quella autostima, forse eccessiva, che sembra averlo caratterizzato per tutta la vita, e gli echi antimanzoniani. Quello di Carducci è un treno dal quale non si può scendere, è il treno del tempo che procede inesorabile in un’unica direzione. Ma la Tittì, la sua amata figlioletta, lo attende a casa alla fine di quel viaggio. Anche il presente dunque si fa spazio nella mente del poeta, con le sue gioie e le sue cose belle.
“La poesia non salverà certo il mondo” - ha concluso scherzando Oliveto - “ma sicuramente ci può salvare dal mondo stesso”. Un invito dunque a considerare la poesia e la letteratura in generale come una “medicina per l’anima”, un prodotto del genere umano che da sempre allieta i cuori e del quale, oggi più che mai, potremmo avere veramente bisogno.

Duccio Rossi

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