"Alle nove precise i concorrenti partiranno da Porta al Prato e si dirigeranno verso la meta della loro corsa. I premi consisteranno in una medaglia d´oro, una d´argento e altre di bronzo. Il programma della gara è affisso da un paio di giorni su tutti i cantoni della Capitale". È il 25 gennaio 1870, la Capitale è Firenze, e La Nazione annuncia l´imminente partenza di una delle prime gare internazionali di ciclismo mai disputate. A raccontare le vicende della storica corsa Firenze-Pistoia è Paolo Ciampi, nel suo “La prima corsa del mondo” (Mauro Pagliai Editore).

La pubblicazione - Giornalista e scrittore fiorentino, Ciampi torna ai tempi dell´avvento del velocipede, che fu subito considerato un mezzo di progresso, di velocità spericolata, di futuro. La grande gara che si sta per svolgere attrae corridori da tutto il mondo, ma i protagonisti della vicenda non sono solo gli appassionati della nuova "macchina da corsa": sono i cittadini entusiasti o preoccupati, affascinati o soltanto curiosi, che fanno rimbalzare le notizie tra caffè, chioschi e circoli, e che poi si presentato all´appuntamento con la gara come consapevoli testimoni di un avvenimento di portata storica. Nell´anno in cui Firenze si prepara ad ospitare i campionati del mondo di ciclismo su strada, il libro ci racconta con piglio romanzesco e grande attenzione al dettaglio storico una storia di emozioni, divertente e commovente. La storia di una lunga pedalata tra nebbia e fango, in una mattina gelata, con cui ci si congedò da un´epoca salutandone una nuova, che arriva fino ai giorni nostri. "La Firenze-Pistoia" - scrive infatti nella prefazione Riccardo Nencini, presidente del comitato istituzionale dei mondiali di ciclismo - "è antesignana di un romanzo popolare lungo come l´Unità d´Italia".