Forma e sostanza. Sull’arte dello scrivere

il 25/03/2013 - Redazione

Quando, lo scorso novembre, Philip Roth, il più grande e prolifico narratore contemporaneo, annunciò le dimissioni irrevocabili da scrittore di romanzi, la notizia rimbalzò ben oltre gli àmbiti delle cronache letterarie. Chi ancora non l’aveva fatto, si affrettò a cercare in libreria il suo ultimo romanzo, Nemesi, nella consapevolezza (e curiosità), di leggere, appunto, il capitolo finale di un lungo cursus letterario. E così, per l’ultima volta, godersi quel modo di narrare, sempre in perfetto equilibrio tra il flusso della vicenda che si va raccontando e il pensiero, l’introspezione. Roba da farne un manuale nelle scuole di scrittura (ammesso che possa esistere una didattica votata all’insegnamento del saper scrivere).

Clicca qui per leggere l’editoriale completo di Luigi Oliveto

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