"I giochi di parole allenano la mente". Parla l'enigmista scrittore Riccardo Benucci

il 10/10/2011 - Redazione

5 orizzontale, 8 lettere. Nome dell’enigmista e poeta nato a Firenze nel ‘56 ma senese di madre e d’adozione. S’incrocia con il 3 verticale, 7 lettere: il suo primo rebus è stato pubblicato ne “La Settimana Enigmista” nel febbraio ‘73. Non basterebbero le definizioni di un cruciverba per parlare di Riccardo Benucci, poliedrico enigmista, autore di indovinelli poetici che stuzzicano l’ingegno e la fantasia di molti lettori. Dopo una intensa e prestigiosa carriera, oggi quei versi sono stati raccolti in un volume, “Il vuoto che brucia” (Betti Editrice), un ricco ed elaborato mosaico che ricompone la personalità di questo incredibile autore, tra rebus, indovinelli, aforismi e giochi di parole.

Dopo aver pubblicato un romanzo breve e tre raccolte di poesia, salutiamo l’uscita di un’antologia di “enigmi in versi”. Vuoi svelarci il “mistero”? - “Devo confessare di essere una persona fortunata. Fin dall’infanzia coltivo un hobby che mi diverte e mi regala molte soddisfazioni. Avevo sei anni quando composi il primo schema di cruciverba e solo quindici quando inviai alcuni rebus alla “Settimana Enigmistica”. Nel 1980, poi, incontrai le riviste “classiche” e fu subito amore”.

Cos’è l’enigmistica “classica”? Sembrerebbe un qualcosa di parecchio serio… - “Sin dalla notte dei tempi tutte le civiltà del mondo si sono espresse attraverso le più svariate forme di indovinelli ed enigmi che, negli ultimi secoli, specialmente in Italia, hanno acquisito un vero e proprio carattere letterario. Siena in questo vanta un’importante tradizione. Era il 1538 quando Angiolo Cenni, detto “Il Resoluto”, pubblicò il primo enigma (soluzione, il libro) del Rinascimento che appartenga ad una raccolta ordinata di composizioni del genere, quella dei “Sonetti giocosi da interpretare, sopra diverse cose comunemente note”. Il Cenni, che di professione faceva il maniscalco alla Postierla, fu tra i fondatori della “Congrega dei Rozzi”. Senese fu anche il geniale anagrammista Spada di Sparta (Spartaco Spadacci) cui si devono frasi di assoluta bellezza quali “Il cireneo scortava=la Veronica e il Cristo”. E’ sulle pagine della rivista genovese “Aenigma”, a cavallo tra gli anni ’60 e ’70, che emergono due purissimi talenti di casa nostra: Roberto Gagliardi (Tagete e Cuor di Mago), apprezzato professore al Liceo Classico Piccolomini e Giuliano Ravenni (Il Priore), primario ospedaliero, già Priore, appunto, della Contrada di Valdimontone”.

Cosa fanno gli enigmisti “classici”? In quale modo esplicano la loro passione? - “In Italia esistono quattro riviste per soli abbonati: “Il Labirinto”, “La Sibilla”, “Leonardo” e “Penombra”, oltre alla testata on line “Il canto della Sfinge” e ai siti di “Aenigmatica” ed “Enignet”. Annualmente vengono organizzati congressi, convegni, simposi. E’ tutto un fiorire di concorsi, campionati, gare solutori. Le categorie di gioco sono quelle dei “poetici” (enigmi), dei “brevi” (indovinelli e simili), dei rebus e delle crittografie. Ogni tanto vengono sperimentati nuovi, ardui “rovelli” magari influenzati dalla ludolinguistica. Non pensate comunque che siamo solo un gruppo di “testoni”. L’ambiente è parecchio allegro, si gioca, ci si diverte, ci si sfida, magari a tavola, chiamandoci non per nome ma per pseudonimo. Il mio da sempre è Pasticca, anche se rinascendo forse mi firmerei, da buon torraiolo, Spadaforte”.

E Riccardo Benucci (Pasticca), già Presidente del Circolo dei Lenti, che ruolo ricopre in questo stimolante microcosmo? - “Avendo cominciato da giovane, diciamo che l’esperienza accumulata in trent’anni mi permette di muovermi con disinvoltura un po’ in tutti i settori. Quello dove ho raccolto, a partire dal 1998, i maggiori risultati è comunque il comparto dei “poetici”. Quest’anno, ad esempio, ho avuto la grande soddisfazione di aggiudicarmi il Primo Premio nel Concorso di “Penombra” dedicato al 150° Anniversario dell’Unità d’Italia con un lavoro (un anagramma in due parti) incentrato sulla figura di Giuseppe Marchetti, il bimbo-garibaldino dell’Impresa dei Mille. La stessa rivista aveva bandito un similare trofeo nel 1961, in occasione del Centenario dell’Unità”.

Per concludere, cosa farà Pasticca da grande? - “Debbo decidere proprio ora? Sicuramente continuerà a trastullarsi con le parole, non disdegnando di inseguire qualche coppa, targa o medaglia, perché la serrata competizione fra “edipi” è elemento fondamentale del nostro amato hobby. Poi, se permettete, consiglio a tutti di tenere sempre in allenamento la mente, attraverso quel sano esercizio rappresentato dall’enigmistica. E’ uno svago intelligente, che mantiene svegli a qualsiasi età. In un mondo dove si tende a “cloroformizzare” il pensiero, avere un cervello scattante è già un bel punto di partenza”. 

Andrea Frullanti

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