Prima c’era il tram, poi fu la volta del filobus, e infine fu l’autobus. La storia di una linea di trasporto pubblico, che si trasforma in un viaggio nel tempo attraverso gli avvenimenti che hanno segnato la vita di Firenze. “Il 25. Biografia di una linea di trasporto pubblico”, edito da Agemina, è questo e anche molto di più. Un libro di storia locale che s’intreccia con gli avvenimenti sociali, lo sviluppo urbanistico del territorio e le vicende del 25, il bus che percorrendo la via Bolognese collega Firenze con Pian di San Bartolo e col cimitero di Trespiano. Un’idea originale nata dalla passione di un team di quattro autori, diversi per età e formazione. David Bargiacchi, ingegnere meccanico; Fabrizio Baroncini, laureato in urbanistica e portalettere part-time; Silvio Desideri, architetto; e infine Pier Luigi Pellegrini, ingegnere chimico classe 1920. “Ognuno di noi ha contribuito facendo quello che sapeva fare meglio” dicono. E così è nato il loro libro, presentato alla Biblioteca delle Oblate di Firenze alla presenza dell’assessore alla mobilità Massimo Mattei, del responsabile marketing di Ataf Mirko Cantelli e di Francesco Alberti, docente di Recupero e Riqualificazione Urbana all’Università di Firenze.
Il progetto - “L’idea di dedicare un intero libro a una linea di trasporto pubblico mi ha colpito molto –ha dichiarato Mattei-. Si è riusciti a fare cultura anche su un tema in apparenza tanto noioso. Va detto però che il 25 è il bus che fa il percorso più bello del mondo, seguendo la via Bolognese per tutto il suo tratto panoramico che si affaccia su Firenze”. Soddisfatta dell’iniziativa anche Ataf: “Siamo molto contenti –ha affermato Mirko Cantelli-. Testi come questo consegnano alla memoria pezzi di storia che altrimenti andrebbero perduti”. Un libro che non racconta solo l’evoluzione del mezzo di trasporto, ma recupera, in una serie di aneddoti, le vite dei pendolari che lo hanno animato negli anni: “In queste pagine si parla degli uomini e delle donne che hanno dato spessore umano al movimento pendolare di questi mezzi”, ha sottolineato Francesco Alberti. “Nel veicolo pubblico – continua - si condensa il vissuto dei suoi utenti. Per questo diventa parte viva di una città, basta pensare alla metro di Parigi o al tram di New Orleans. Il 25 poi è una linea molto particolare. Non si limita a unire Firenze alla campagna, ma rappresenta il collegamento fra la città dei vivi e il cimitero di Trespiano”.
Una storia particolare - Una biografia molto particolare, quella del bus che per molto tempo fu l’unico trade union tra Firenze e il luogo della pietà, ricostruita attraverso le storie dei milioni di cittadini che lo hanno usato, episodi ritrovati grazie ad un attento lavoro di documentazione storica. C’era la signora anziana impaziente di partire, c’erano le ragazze che salivano sul tram portando fasci di fiori freschi che poi vendevano ai pendolari, c’era il bimbo che vendeva i lumini di cera per il cimitero. E non poteva mancare Giuliana, la donna più bella del bus: Fra i viaggiatori che ogni giorno salivano sul tram – si legge nel libro -, c’era anche una ragazza che, col suo fascino personale, aveva polarizzato l’attenzione di tutti i giovani maschi che viaggiavano con lei e, perché no?... Anche una certa invidia fra le ragazze, belle anche loro ma non quanto lei. Si chiamava Giuliana e lavorava come commessa. Era veramente bella come un angelo; tutti le sedevano vicino o si alzavano per farle posto. Lei, invece, era gentile con tutti ma non dava confidenza a nessuno. Uno dei tanti personaggi caratteristici che hanno animato la vita di tutti i giorni sul 25, in ottanta anni di onorato servizio.
Matteo Leoni
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