Il fascino retrò del libro usato. I consigli per la lettura di toscanalibri.it

il 02/04/2013 - Redazione

L’appeal senza tempo degli anni che pesano tra le pagine, come se il fatto che sia stato letto e toccato da più occhi e più mani possa conferire al volume un’impronta quasi preziosa. Basta questo, forse, a spiegare perché, ancora oggi, nell’epoca dell’ebook e dell’ipad, il libro usato continua a mantenere immutato il suo fascino. E anche on line è possibile spulciare tra i libri dei più svariati argomenti, spaziando dalla narrativa alla storia, dalla saggistica al manuale, magari non più attuale ma sicuramente curioso. Certo non si può sentire attraverso il computer l’odore della carta ingiallita ma l’emozione dello scovare un libro altrimenti introvabile crediamo accomuni chi vaga con metodo tra una bancarella e l’altra a chi invece, comodamente seduto in poltrona, naviga a vista in una libreria virtuale come la nostra. Per facilitarvi, Toscanalibri.it suggerisce alcune imperdibili rarità presenti nel nostro catalogo online. “I canti del Rubicone” (1937, La Prora, 30,00 €) di Giulio Gozzi non è una delle solite raccolte di versi ma una specie di romanzo spirituale che va dal 9 gennaio 1889 alla notte del 3 novembre 1918, rievocando così tutto un piccolo mondo antico definitivamente scomparso. “San Gimignano” (1954, Casa Editrice Toscana, 50,00 €) di Mario Mazzoni è invece una delle prime guide dedicate alla città turrita. Il volume, introvabile oggi, raccoglie notizie storiche, artistiche e letterarie con un ampio spazio riservato ad illustrazioni che ritraggono i luoghi simbolo di San Gimignano e le opere più famose che portano la firma di noti pittori senesi e fiorentini. Un’altra interessante pubblicazione è “Mostra delle ville lucchesi del cinquecento” (1975, 18,00 €) di Isa Belli Barsali, un catalogo che offre uno straordinario spaccato della condizione in cui versavano molte delle straordinarie ville cinquecentesche nelle colline lucchesi. Dalla villa Burlamacchi a Gattaiola, con il labirinto nel giardino, a Villa Parensi e San Michele di Moriano. Una parte è dedicata allo scempio e abbandono che alcune ville avevano subito negli anni, compresa una disordinata proliferazione edilizia.

Articolo pubblicato sul numero di aprile di Toscana Tascabile

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