Due volumi per ricordare Pia de’ Tolomei e Franco Fortini. Si tratta di “Inverni di guarnigione. Franco Fortini professore in Fieravecchia” di Valentina Tinacci e “Io son la Pia. Un enigma medievale” di Roberta Mucciarelli, pubblicati da Protagon Editori e facenti parte della collana editoriale “Protagonisti e Momenti” promossa dalla Fondazione Monte dei Paschi di Siena.
Franco Fortini - A parlare di Franco Fortini, professore in Fieravecchia, è stato il professor Romano Luperini, filologo e critico letterario dell’Ateneo senese. “Io e Fortini iniziammo insieme, negli anni Settanta, ad insegnare qui a Siena” - ha detto Luperini. “Lui, Fortini, aveva un estremo rispetto per l’Università e le istituzioni, mentre io, che avevo vissuto il ’68, ne avevo una visione ben diversa. Vedevo l’Università come un’istituzione borghese. Inverni di guarnigione che conobbero anni di civile degenerazione” - ha continuato il critico letterario - “…una degenerazione dalla quale Siena era protetta e separata. Un microcosmo sui generis che preservava dal mondo esterno: un aspetto, questo, che per Fortini era disperazione e letizia, gioia e sofferenza, poiché la nicchia di pace della realtà senese era nel contempo anche una nicchia mortuaria che la collocava fuori dai tempi”. Luperini ha delineato poi un ritratto di Fortini, definendolo “uno degli ultimi intellettuali completi, insieme a Calvino, Pasolini e Sciascia. Uno di quegli intellettuali” - ha sottolineato il critico - “che sapevano parlare di tutto. Oggi invece viviamo nel mondo dello specialismo: ognuno parla e sa parlare soltanto del proprio ambito. Mentre Fortini, come altri intellettuali oggi scomparsi, riusciva ad andare oltre, connettendo così il ‘proprio’ con ‘l’altrui’. Una capacità che molto probabilmente gli veniva anche da un desiderio, quello di riuscire a comprendere l’evoluzione dei tempi in anticipo. E per spingere il proprio sguardo così in avanti, non si può che essere intellettuali totali, andando ben oltre il proprio settore”.
Pia de’ Tolomei - “Passare da un personaggio spigoloso e complesso come Fortini, del quale conosciamo tutto o quasi, ad una figura come Pia dei Tolomei, della quale non sappiamo niente, è cosa ardua” - ha sottolineato il professor Duccio Balestracci, docente di Storia medievale presso l’Università di Siena, iniziando ad introdurre il volume di Roberta Mucciarelli “Io sono la Pia”. “Sì, perché di Pia dei Tolomei non sappiamo quasi nulla: soltanto che viene citata da Dante Alighieri nel Purgatorio e che ha avuto una fama enorme” - ha detto lo storico. “Di lei non conosciamo nulla, però di lei tutti sanno, tutti scrivono, tutti compongono. Ma lo fanno per sentito dire, perché anch’essi hanno appreso da altri, i quali a loro volta hanno sentito dire”. Chi era Pia, chi l’ha uccisa e perché? E poi è stata davvero uccisa?” - ha chiesto retoricamente Balestracci al suo uditorio. “Si dice che nacque a Siena e che fu uccisa in Maremma, ma l’unico appiglio alla Maremma è il marito Nello, originario di Prata. Forse uccisa perché adultera?” - ha detto il professore, “ma giustamente Girolamo Gigli si chiede il perché Dante l’abbia collocata nel Purgatorio e non nell’Inferno: se fosse stata un’adultera, la sua giusta sede sarebbe stata la seconda, l’Inferno. Ma anche Sigismondo Tizio nutre dubbi sulla natura fedifraga di Pia, poiché le donne di casa Tolomei – sostiene il Tizio – erano tutte quante nobil donne d’animo incorruttibile”. “L’autrice di questo volume - ha concluso Balestracci - ci conduce insomma nelle mille congetture che su Pia sono state fatte nell’arco della storia. Da menzionare l’ultima parte del libro, dove vengono riportate alcune delle molte sedi nelle quali viene celebrata questa enigmatica figura femminile. Da Dante a Francesco da Buti, dall’Anonimo Fiorentino a Cristoforo Landino, fino ad arrivare a Gianna Nannini. E non ci scandalizzi quest’ultimo nome, apparentante fuori luogo” - ha sottolineto con pungente ironia Balestracci - “poiché anche le testimonianze di oggi, sebbene diverse da quelle di ieri, sono fondamentali per confermare la fama ininterrotta del mito intramontabile di Pia dei Tolomei”.
Duccio Rossi
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