Un retaggio culturale, uno stile di vita, un valore aggregativo e sociale, in una parola: musica. Cosa vuol dire oggi fare musica a Siena e provincia? Che significato ha per i molti giovani che si cimentano sulle note di melodie, rock, pop, soul, insomma tutto quello non è né classico né jazz? Nonostante se ne parli molto poco a livello pubblico, il fuoco arde sotto la cenere. Lo testimoniano le due scuole di musica moderna che si trovano nel nostro territorio: stiamo parlando di Rock Factory a Siena e Music Tribe a Barberino d’Elsa, praticamente al confine con il territorio di Poggibonsi. “C’è grande interesse. Rock Factory in quattro anni di attività ha collezionato circa 650 isctritti – racconta Giacomo Paradiso, direttore di Rock Factory -. E già nei primi mesi di corsi per l’anno 2012-‘13, possiamo annoverare già 70 frequentanti. Sono numeri importanti che testimoniano il grande interesse che c’è a Siena per la musica moderna”. “I problemi purtroppo ci sono e quasi sempre sono dovuti alla scarsa concezione che c’è della cultura musicale – aggiunge Filippo Zazzeri, direttore artistico di Music Tribe -. Da parte delle istituzioni locali notiamo poco interesse nelle nostre attività e lo dico senza fare polemiche. Credo sia un problema di carattere nazionale. In un periodo di ristrettezze economiche come quello che stiamo vivendo, in Italia, si taglia sempre su cultura, arte, musica…”.
Poche righe, non molte parole, e già si nota come il parlare di musica sconfina su più ambiti e tocca da vicino tutto ciò che ci circonda. Da contesti sociali, a quelli economici, culturali, artistici. “Rock Factory è nata circa quattro anni fa dall’Associazione Siena Rock – spiega Giacomo Paradiso -, soprattutto grazie alla follia di due persone: mia madre e mio padre che hanno messo una firma per aprire un mutuo che mi permettesse di insegnare. Non sarà come fare l’artista ma trovo che sia bellissimo insegnare la musica a tanti e tanti allievi. Oggi abbiamo una sala prova, sala registrazione e un polifunzionale centro didattico”. Music Tribe è invece nata da un’idea di Alessandro Renzi che nel 2011 ha delegato a Filippo Zazzeri la direzione artistica: “Sala prove e registrazione, un auditorium e non solo. A Music Tribe - continua Zazzeri – abbiamo deciso di puntare sul valore sociale della musica. Abbiamo creato uno spazio munito di zona relax, internet, un’area ricreativa. E molti ragazzi ci vengono a trovare proprio con questo scopo. La musica, e il rock specialmente, è aggregazione e amicizia”.
Due scuole attive, soprattutto vive e molto ricercate dai giovani. Cosa manca allora? Come mai ancora a Siena non sembra esserci spazio per la musica moderna, specie se suonata dal vivo? Alcuni locali del centro si salvano, le contrade spesso ospitano band, contest, esibizioni e concerti e qualcosa (un po’ a macchia di leopardo a dire il vero) viene fatto anche in provincia. Quando il Commissario Laudanna ha annunciato che il San Silvestro senese non avrebbe avuto grandi concerti dal vivo, in tanti si sono appellati alle band locali, incoraggiando l’idea di poterle far esibire in Piazza del Campo la notte del 31 dicembre. Ma dopo qualche annuncio sui giornali, la proposta sembra essere stata dimenticata dai più. Il rock a Siena sembra rimanere sempre un culto decisamente di nicchia.
“Credo che ci sia sempre un po’ di diffidenza in chi vuole fare il musicista di professione – sottolinea ancora Giacomo Paradiso -. Il problema è che il musicista in Italia non viene considerato dal punto di vista culturale, bensì solo da un lato prettamente commerciale. Per cui, o diventi una star o rischi di diventare un signor nessuno. E in tal senso, i reality che proliferano in tv non hanno certo aiutato. La musica moderna ha radici profonde negli ambiti più disparati. Da Vasco Rossi al ragazzo che inizia a suonare nei pub di provincia. Ed entrambi hanno una propria dimensione artistica, culturale e musicale. Inoltre mancano anche le strutture. Mi sembra strano che una città come Siena, candidata a Capitale Europea della Cultura 2019, non abbia un auditorium. Credo che quella sarebbe una struttura necessaria per i destini musicali della città e non solo. Oltre a concerti potrebbe ospitare chi fa teatro, convegni e conferenze pubbliche. In questa direzione reputo molto interessante il progetto del Siena Jazz di ristrutturare il vecchio tunnel nella Fortezza Medicea di Siena. È chiaro, costa e adesso non navighiamo nell’oro, ma credo che un futuro sindaco dovrebbe prendere in seria considerazione l’ipotesi. Soprattutto in ottica 2019”.
“In Italia oggi si ha poca o pochissima cultura musicale – prosegue Filippo Zazzeri -. A parte la musica commerciale alla radio, il resto è calma piatta. Girando per le scuole mi sono accorto che si tagliano sempre più gli insegnamenti di educazione musicale, ma anche quelli di arte, per privilegiare il diritto per esempio. Ok, ci vuole anche quello, ma come sostiene il Maestro Muti, ‘Se tutti avessero più cultura musicale, si vivrebbe decisamente meglio’… Insomma serve più sensibilità sul tema. E meno cecità da parte delle istituzioni. Faccio un esempio: in Inghilterra per suonare dal vivo non si deve chiedere nessun tipo di permesso. E questo sarà poco ma è un segnale. Il nostro obiettivo più profondo, il nostro motore propulsivo, è quello di scardinare questo piccolo velo di diffidenza. Spinti dalla grande passione per la musica che ci accomuna. Tutti gli insegnanti di Music Tribe focalizzano le loro energie per permettere ai nostri ragazzi di esibirsi e aprirsi al pubblico. Non siamo un circolo chiuso, né una scuola di quartiere. Il nostro obiettivo è quello di allargarci e cercare di crescere, musicalmente e artisticamente”.
Andrea Frullanti
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