Con un’introduzione della Presidente della Biblioteca Silvia Calamandrei e del Presidente dell’Istituto storico della resistenza di Pistoia, Barontini, viene presentato La Libellula di Bert d’Arragon, un’opera che si colloca a metà tra la ricerca storico-archivistica e la fiction.
Il libro - A colpirci è l’ambientazione a Montepulciano, da cui si dipana e dove si conclude il filo della narrazione e la scelta di mettere al centro una coppia omosessuale e le sue peripezie nella resistenza al fascismo.
E’ nella Montepulciano di oggi che parte la ricerca a ritroso su materiali archivistici che documentano la vicenda drammatica di un nonno ritrovato a distanza di decenni dal nipote studente al Liceo Poliziano. Non mancano i colpi di scena, con lettere ritrovate in un convento di suore e memoriali di prostitute, che si vengono ad aggiungere ad una autobiografia romanzata; la narrazione alterna la terza persona alla presa diretta dei materiali, anch’essi però di fantasia.
Il contesto - Il periodo storico affrontato va dalla marcia su Roma e l’assassinio di Matteotti agli ultimi episodi della resistenza a Montepulciano, con l’impiccagione del patriota Marino e le trattative sugli ostaggi condotte dal vescovo Giorgi.
L’autore, Bert D’Arragon, è arrivato in Toscana dalla Germania nel 1985 e qui si è stabilito, laureandosi a Firenze in archeologia; attualmente è Presidente dell’Arcigay Toscano. Una delle sue prime tappe in Toscana è stata Montepulciano, raggiunta in bicicletta: le descrizioni del paese e dei dintorni sono accurate e testimoniano l’innamoramento per questi luoghi.
Perchè leggere questo volume - Averlo ospite offre l’opportunità per discutere più approfonditamente con lui del suo romanzo, anche alla luce della “memoria storica” stratificata e custodita e studiata nei nostri Archivi.
A distanza d più di cinquant’anni stiamo ancora ricostruendo i dettagli delle vicende della resistenza nel nostro territorio ed un preziosissimo contributo ce lo stanno dando le carte del leggendario comandante Ciclone della battaglia di Monticchiello, Lidio Bozzini, donate al nostro Archivio. Ad esse si affiancano i documenti dell’Archivio comunale e le carte messe a disposizione dalla famiglia Bracci, preziose per ricostruire il difficile passaggio dal fascismo, alla resistenza, alla liberazione. Ricercatori e studiosi locali, che stanno già lavorando su queste carte (Matteo Polo, Alessandro Angiolini, Lucia Musso e Francesca Cenni) interverranno per approfondire il confronto tra realtà storica e fiction, a cui l’opera di Bert d’Arragon ci stimola.
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