Mancano pochi giorni al Natale e si avvicina l’atteso momento di scambiarsi i regali. A chi ancora non fosse riuscito a trovare l’idea giusta per il dono da far trovare sotto l’albero, Sienalibri.it propone di scegliere un buon libro, capace di regalare emozioni e accontentare sempre tutti.
Tanto per cominciare spazio ai bambini con “Il Pollicino Otto” (Betti Editrice), un volumetto scritto da Alice Betti e illustrato da Agnese Mammana in cui il simpatico autobus parlante guiderà i piccoli lettori alla scoperta di Siena. Nel corso delle sue avventure, Pollicino Otto diventa amico del Palazzo Comunale che gli racconta la sua storia; poi accompagna gli anziani ospiti del Campansi ad una scampagnata a Monastero e, nel terzo racconto, scopre in sogno la verità sui colonnini di Piazza del Campo.
Sotto l’albero c’è poi sempre posto per i libri che uniscono storia locale e buona cucina. In particolare Sienalibri.it propone “Senti che giulebbo. Ovvero le ricette di una grande senese: Velio Lusini” (Edizioni Il Leccio), scritto da Mauro Capanni, Conchita La Manna e Roberto Petreni per ricordare il loro amico e lo stare insieme, le intense emozioni e la felicità che ne derivava. E sentire parlare di un personaggio come il cuoco senese Velio Lusini dà l’impressione di essere davvero fuori dal tempo reale.
Molto interessante è anche “Una città al femminile. Protagonismo e impegno di donne senesi dal medioevo a oggi” (Nuova Immagine Editrice) di Aurora Savelli e Laura Vigni, un libro che rende visibili forme di protagonismo e di impegno femminili in una città dai forti tratti identitari. Siena non è lo sfondo sul quale si stagliano tante storie diverse ma è l’ordito che le unisce lungo i secoli, rivelandoci echi e richiami, figure ed esperienze femminili che si trasmettono da una generazione all’altra, componenti imprescindibili della coesione sociale cittadina.
Per gli appassionati di storia c’è pure il saggio di Nicola Marini “Una foto, un delitto. Il caso Walter Cimino” (Edizioni Cantagalli) che racconta, tra cronaca storica e fiction, le tappe della lunga indagine svolta dalla magistratura senese per identificare colpevoli e luoghi dell’omicidio del diciassettenne Walter Cimino, volontario della X Mas ucciso la sera del 26 giugno 1944 nella città del Palio, attraversata da grandi fermenti a pochi giorni dalla liberazione dall’occupazione nazista.
In grado di entusiasmare anche il lettore più svogliato è “Nomi nella cenere” (Betti Editrice – primamedia editore) di Gianni Manghetti, una sorta di spy story dove i personaggi si muovono tra tribunali, archivi, ritagli di giornale fino a far riaffiorare il valore della memoria, individuale e collettiva. È il 2 luglio, a Siena si corre il Palio. Romano è un appassionato contradaiolo anche se vive a Volterra. Per lui questa non sarà una giornata come le altre, la sua Contrada vincerà e finirà per scoprire i segreti di quel nonno, Francesco Ceppatelli detto Tabarre, che di tutto l’Ottocento fu il fantino più celebre. Ma conoscerà anche la bella tedesca, Eofor, alla ricerca di una riappacificazione con la memoria della propria famiglia. A muovere il protagonista il mistero dei soldi guadagnati da Tabarre per le sue vittorie paliesche e spariti. Che fine avranno fatto: donne? amori clandestini? gioco? La verità sarà più sorprendente e Romano potrà conoscere una Toscana di fine Ottocento inaspettata, carica di miserie, ribellioni, complotti anarchici e attentati sventati. E anche ricca di umanità e solidarietà inaspettate tra umili che finivano per aiutarsi in nome di valori oggi scomparsi.
Agli amanti della narrativa Sienalibri.it consiglia poi tre avvincenti romanzi. Il primo si intitola “L’ultima traversa” (Barbera Editore), scritto da Paolo Maurensig e ambientato in un piccolo paese vicino Bolzano dove si insedia un volenteroso parroco, Aloiz Bauer, con un unico vizio: il gioco degli scacchi. Sopita, nascosta e combattuta durante gli ultimi anni di studi, questa passione torna prepotentemente nella mente del giovane Aloiz dopo aver sfidato un anziano signore, Daniel Harrwitz, all’osteria del paese. Harrwitz è un tipo solitario, ambiguo, taciturno e incredibilmente preparato davanti a una scacchiera. Padre Bauer non riesce ad accettare le ripetute sconfitte e le pedine, unite alla figura del suo avversario diventano ben presto un’ossessione. La fede di Aloiz vacilla sotto i colpi degli impulsi umani, tra la competizione con il signor Harrwitz e le ambigue confessioni di una fedele che si dice innamorata di lui. Il contrasto con la fede, gli scacchi e l’amore si fa quasi insostenibile fino a quando Bauer non viene convocato al capezzale del vecchio scacchista che sta per morire.
Dopo aver ascoltato il racconto confessione dell’uomo il parroco getterà nel fuoco sia la scacchiera che la tonaca. L’altro interessante romanzo è invece “Il lisiantus bianco” (Pascal Editrice) di Riccardo Gambelli che consegna al lettore il ritratto di una generazione, quella degli anni ’70, che i cattivi maestri di allora trascinarono in un’avventura sciagurata, riaffermando però il primato dei valori umani e morali come unico antidoto contro odio e rancore. A Roma, nello scenario della guerra senza quartiere tra “rossi” e “neri” la passione politica spinge gli adolescenti Augusto e Bruno ad uno scontro violento che non avrà né vincitori né vinti ma che sconvolgerà la loro vita e la loro stessa amicizia.
In chiave autobiografica è poi “La mia vita in un libro” (Lalli Editore) di Vasco Del Casino, un'appassionante ricerca di ricordi e tempi ormai lontani, ma non dimenticati nella memoria dell'autore che racconta il percorso della vita da lui trascorsa; le origini del suo cognome; la vita contadina di allora; il tragico evento della Seconda Guerra Mondiale come un periodo di grande terrore; il boom economico degli anni '60-'70; le lotte sociali; i grandi personaggi politici, civili e dello spettacolo; l'abbandono delle campagne per l'industrializzazione ed il primo indimenticabile amore, quello che non si scorda mai.
Sotto l’albero non può mancare, infine, un buon libro di poesia come “Paesaggi mistici. Prose” (Edizioni Effigi) di Idilio Dell’Era, una raccolta di 15 prose scritte nell’immediato dopoguerra, al tempo in cui – dopo i terribili anni del fronte a Casal di Pari, dove era parroco e dove rischiò di essere fucilato – spostatosi nel territorio di Siena, ebbe dalla Curia la possibilità di risiedere nell’eremo di Lecceto, in quel momento completamente vuoto. Un luogo dove era costretto a vivere da asceta e anacoreta, non molto diversamente da alcune figure di eremiti del ‘300o che descrive in questo libro, e dove tutto quanto lo circondava lo invitava alla meditazione e alla contemplazione.
Simona Trevisi
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