“Otherside strizza l’occhio ai film d’avventura degli anni ‘70”. Parla lo scrittore Giancarlo Narciso

il 24/10/2011 - Redazione

Spie, mercenari, ed un dark lady come protagonista. Sono alcuni degli elementi che si trovano in “Otherside” il nuovo romanzo di Giancarlo Narciso, conosciuto anche come Jack Morisco, quando collaborava alla produzione dei Gialli Mondadori. Ed è proprio da qui che parte la nostra intervista.

Iniziamo dal soprannome…perché Jack Morisco?
“La scelta mi è stata imposta dalla Mondadori per la sua collana di romanzi di spionaggio, un genere in cui era obbligatorio celarsi dietro pseudonimi stranieri. Jack (ovvero Gian, da Giancarlo) era il mio soprannome nei paesi di lingua inglese, anche perché mi ero scocciato di dover spiegare ogni volta come si scriveva e pronunciava il mio vero nome. Morisco è stato un omaggio a Bonelli e a Tex, che leggevo da ragazzo”.
In alcune note sull’autore si legge: vive fra Riva del Garda e l’isola di Lombok in Indonesia…uno scrittore di noir ha una vita così “avventurosa”?
“A parte che è dall’anno scorso che non riesco a schiodarmi dall’Italia per via degli impegni; e a parte anche che, più che un autore di noir mi riconosco nel filone dell’avventura, direi che la scelta è avvenuta molto prima di cominciare a scrivere, quando, negli anni ’70, ho deciso di vivere una vita che adesso, guardando indietro, potrei definire avventurosa. E il movente è stato uno solo: sfuggire alla noia. È stato solo quando quella fase della mia vita era ormai agli sgoccioli che ho cominciato seriamente a scrivere. Ricordo il periodo, era il 1990 e vivevo a Singapore. Tre anni dopo tornavo definitivamente in Italia”.
Arriviamo ad Otherside edito da Perdisa; aveva già pubblicato con Fazi e Dario Flaccovio, vuol raccontare come nasce il rapporto con questa casa editrice?
“I miei due primi romanzi sono usciti con Granata Press, la celebre casa editrice di Bologna del leggendario Luigi Bernardi che, nel 1993, lanciò il fenomeno del Giallo all’italiana. Successivamente Granata chiuse e Bernardi divenne consulente di diverse case editrici, prima Fazi, poi Flaccovio, infine Perdisa”.
Se dovesse descrivere un poche battute il punto di forza di Otherside?
“Dalle impressioni che ho ricevuto dai lettori, direi il ritmo. Ho voluto mettere in scena – e uso intenzionalmente il termine mettere in scena invece che scrivere – una storia tesa, che a ogni pagina inviti il lettore a passare alla prossima, lasciandolo con l’impressione di trovarsi dentro un’avventura piuttosto che vederla da fuori. Per il resto Otherside strizza decisamente l’occhio a film noir e d’avventura degli anni ’70”.
Nel 2002 Sandrone Dazieri dirigeva Segretissimo in Mondadori e le ha proposto di collaborare; nasce la serie Banshee. Ma se era sempre in giro per il mondo come faceva a conoscere Dazieri?
“Il mio periodo in giro per il mondo va dal 1977 fino al 1993. Dopo di che ho cominciato a stare metà tempo, l’estate, qui e metà, l’inverno, in Indonesia, per cui avevo tutto il tempo di curare la parte, diciamo, sociale del mio lavoro”.
Ha vinto due premi, il Tedeschi con “Singapore Sling” e lo Scerbanenco con “Incontro a Daunanda”: quanto conta partecipare a queste competizioni per uno scrittore?
“Immagino che contribuisca a farti conoscere, ma è molto più importante cosa scrivi e con quanta regolarità”.

Valerio Cattano

SOTTOTORCHIO
LIBRO E AUTORE PREFERITO
“Lupo Rosso” di Morris West
L’ULTIMO LIBRO LETTO
“The Gate House” di Nelson DeMille
IL LIBRO DA CONSIGLIARE AI LETTORI
“Shantaram” di Gregory David Roberts
LEGGERE E’…
Molto divertente, a patto di avere in mano il libro giusto. Altrimenti può essere una pena

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