E’ grazie a “Il Nuovo Mediterraneo” che Giancarlo Elia Valori ha vinto il Gran prix littéraire 2011, prestigioso riconoscimento attribuito dal Consiglio mondiale panafricano. I precedenti insigniti sono capi di stato o altissime personalità dell’Africa, come il ghanese Kofi Annan, l’egiziano Boutros Ghali ed il sudafricano Nelson Mandela. Nella motivazione Valori è considerato “uomo dagli alti principi, che ha saputo qualificarsi come vettore magistrale di un processo teso a qualificare la visione panafricana, inserendola a pieno titolo nelle dinamiche culturali e geoeconomiche a venire”. E’ proprio la visione globale dell’autore, il suo impegno nell’instaurare relazioni internazionali di altissimo valore per lo sviluppo dei Paesi coinvolti e l’analisi delle strategie di governo delle risorse che determinano la pace e la sicurezza tra i popoli, che gli hanno consentito di ricevere altri prestigiosi riconoscimenti ed onorificenze, come la nomina a “Honorable” de l’Académie des Sciences de l’Institut de France, il cavalierato della Legion d’Onore per decisione di Mitterrand. Si deve alla tenacia ed alla convinzione di Valori che il dialogo sia la miglior forma di soluzione e di prevenzione dei problemi la storica apertura, nel 1993 del Centro Ben Gurion a Pechino, con l’attivazione delle relazioni diplomatico-industriali tra la Cina postcomunista e lo stato di Israele. Ed è stato proprio il colosso cinese uno degli argomenti di studio approfondito, nel tentativo di cogliere la sostanza del cambiamento di una delle economie protagoniste del mondo globalizzato capaci oggi di influenzare produzione e consumi. Dalla rilettura degli scritti di Valori nel suo libro “La via della Cina” del 2010 e dal loro accostamento a “Il Nuovo Mediterraneo” si intuiscono i rapporti di forza che si genereranno nel prossimo futuro in queste due aree calde del mondo.