Rudy de Ryscky e il debito di riconoscenza nei confronti di Hitchcock. Intervista a Luigi Carletti

il 12/06/2012 - Redazione

Originario dell’isola d’Elba, Luigi Carletti è un giornalista che ha saputo coniugare le soddisfazioni professionali – ha vinto il Premiolino nel 1995, ha lavorato a Repubblica ed al Tirreno, è stato responsabile di Kataweb solo per citare alcuni passaggi – a quelle legate alla narrativa. Dopo una serie di romanzi pubblicati con Baldini&Castoldi, è approdato a Mondadori con "Prigione con piscina", subito pubblicato anche in Francia dalla casa editrice Liana Levi con il titolo "Prison avec piscine". In questa ultima produzione Carletti abbandona l’ambientazione toscana che aveva utilizzato in alcune storie precedenti, e concentra la sua narrazione all’interno di un complesso di lusso della Capitale. Una residenza, la cui vita viene sconvolta nei ritmi dall’arrivo di un personaggio misterioso.

Nel romanzo il protagonista è costretto su una sedia a rotelle ed osserva il mondo dal suo appartamento: un omaggio, voluto, ad Hitchcock?
“Hitchcock è un punto di riferimento costante, ma devo dire che quando questa storia è nata dentro di me e ho cominciato a scriverla, non avevo in mente La finestra sul cortile. Più tardi mi sono accorto che il mio protagonista aveva qualche debito nei confronti di Hitchcock. Debiti difficili da estinguere”.

Si può dire che si tratta di un giallo, ma pure di un romanzo su cosa vuol dire vivere da malato per sempre?
“Il giallo è anche un pretesto narrativo per raccontare una storia estrema tra due persone giunte, attraverso strade molto diverse, a uno di quei crocevia della vita dai quali non si può fuggire. Talvolta, in queste situazioni, gli uomini danno il meglio di sé”.

Il teatro in cui si svolge la narrazione è un complesso di lusso, con piscina: com’è la vita in queste esclusive residenze romane tanto lontane dal caos di Piazza Vittorio?
“L’affresco di Villa Magnolia è estremamente realistico. Se togliamo il personaggio di Rudy de Ryscky, assomiglia tantissimo ad alcune residenze che conosco. Certo che con Rudy e Isidro acquista molto fascino e una certa pericolosità…”.

Accanto al protagonista troviamo un “cattivo” che, almeno sulle prime, sembra disponibile a risolvere i problemi altrui: quasi una figura di gangster romantico. Cosa o chi l’ha ispirata?
“Nella mia carriera giornalistica mi è capitato di imbattermi in figure che avevano, anche solo potenzialmente, le caratteristiche di Rudy de Ryscky. Non ci dimentichiamo che dietro ogni uomo, anche nell’ambito criminale, ci sono una storia e un percorso che non sono mai lineari e di un colore solo”.

Dopo diverse pubblicazioni con Baldini e Castoldi è approdato a Mondadori: come è andata?
“La mia agente, la straordinaria Vicky Satlow, ha valutato “Prigione con piscina” come un ottimo romanzo e lo ha proposto a vari editori. Mondadori, con Antonio Franchini e Giulia Ichino, lo hanno apprezzato più di altri e soprattutto mi hanno fatto sentire apprezzato come autore. È stato un bellissimo incontro”.

Si può essere scrittori in Italia e pubblicare con soddisfazione senza avere un agente alle spalle?
“Immagino di sì, perché molti autori non hanno un agente e io stesso per anni non l’ho avuto. Nel mio caso posso dire che Vicky Satlow, oltre a essere una grande professionista del settore è anche una bravissima prima lettrice”.

Lei è stato anche direttore delle testata Kataweb, si è confrontato con il mondo cambiato dall’avvento del web: come vede l’avanzata dell’e-book?
“È un pezzo di futuro. Non lo enfatizzerei e non lo demonizzerei. Il mondo cambia velocemente e l’e-book avrà il suo spazio. Ma non credo che ne toglierà molto alla meravigliosa “fisicità” del libro di carta”.

Valerio Cattano

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