Si sfogliano le pagine di Siena al Salone del Libro di Torino

il 14/05/2012 - Redazione
“È il più bello spazio di tutto il Salone, qui si respira un bel clima”. Parola di Vittorio Sgarbi. Il noto critico d’arte si è fermato nello stand di Sienalibri.it, accompagnato da Davide Cantagalli e Rosaria Tutino della edizioni Cantagalli, ed è stata subito folla di curiosi a caccia di autografi. Sgarbi aveva appena presentato “L’ombra del divino nell’arte contemporanea”, un lavoro inedito che analizza le opere di architetti, pittori e scultori che si confrontano con il sacro.
Tante le case editrici presenti nello spazio di Sienalibri.it, per il quarto anno consecutivo a Torino con gli allestimenti originali della Mabele di Torino. Oltre alla Cantagalli, anche Betti editrice, Primamedia editore e un’ampia rappresentanza dei principali marchi senesi, grazie alla collaborazione con la Provincia di Siena e il contributo di banca Mps.
Nonostante il clima difficile per la crisi, il Salone rimane la più importante vetrina per l’editoria italiana. Sono oltre mille gli editori presenti alla XXV edizione dedicata, quest’anno alla “primavera digitale”. Un quarto di secolo di vita in cui il libro stesso ha subito profonde trasformazioni, e che adesso sta vivendo, appunto, la rivoluzione del digitale. Per capire, dunque, quale futuro avrà nei prossimi anni il libro il Salone prova a dare qualche risposta. O almeno ci provano gli editori che, ormai, stanno arricchendo il loro catalogo anche di titoli, in formati pdf o epub, da leggersi con tablet di ultima generazione.
“Non importa che il libro sia tradizionale o e-book. Importante è che sia slowbook”, così ha sdrammatizzato Ernesto Ferrero, direttore editoriale del Salone. “La cultura deve essere al centro di ogni progetto organico di sviluppo della società (sia esso in tema di famiglia, istituzioni, formazione, ma anche economia e tempo libero). Potremo uscire da questa crisi che è economica e finanziaria solo se sapremo ripartire dalla cultura. E se questo Salone, che festeggia il suo primo quarto di secolo, è un momento di festa e non di pianto è merito in primo luogo dei tanti editori presenti che ancora credono nel valore della cultura”.

Alla cerimonia di inaugurazione è intervenuta anche il ministro del lavoro Elsa Fornero che, citando il poeta toscano Giuseppe Giusti (“il fare un libro è men che niente se il fare un libro non rifà la gente”), ha insistito sull’importanza del libro e di una cultura libraria forte per permettere il miglioramento della nostra società. “Oggi stiamo vivendo una crisi profonda e c’è bisogno di nuovi punti di riferimento. La nostra società – ha detto – sta cercando nuovi valori e con grande probabilità questi sono già presenti nei libri e nei lavori di scrittori che prima di tutti sanno interpretare il mondo ed i cambiamenti in atto. Sta a noi scovarli e utilizzarli per dare risposte ai complessi problemi che ci affliggono”. L’augurio è che le diverse forme di libro aiutino ad avvicinare le genti e migliorare la società”.

M.T.

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