Tra arte e scienza, viaggio tra le meridiane storiche di Firenze con il libro di Barbolini e Garofalo

il 04/07/2011 - Redazione

“E adì detto lire cinque soldi quindici a Bartolomeo di Fruosino orafo, sono per il primo modello di bronzo di libbre 23 once 4, fatto per Lui a istanza di maestro Paolo Medicho per mettere in sulla lanterna, per mettere da lato drento di chiesa per vedere il sole a certi dì dell’anno”. Così recita un documento, datato 1475 e rinvenuto nel 1979 nell’Archivio dell’Opera del Duomo di Firenze, che testimonia la costruzione dello gnomone della cattedrale di Santa Maria del Fiore. L’antico strumento astronomico è soltanto uno tra quelli presi in esame nel libro Le meridiane storiche fiorentine (Edizioni Polistampa), scritto da Stefano Barbolini e Giovanni Garofalo.

La pubblicazione - Tra le particolarità della città di Firenze, capitale dell’arte, della scienza e della letteratura, c’è anche quella di possedere un ingente numero di meridiane storiche monumentali, strumenti ottici legati ai nomi di importanti scienziati e collocati nei luoghi nevralgici del potere politico e religioso. Oltre allo gnomone del Duomo, costruito da Paolo dal Pozzo Toscanelli e rielaborato da Leonardo Ximenes per studiare l’obliquità dell’eclittica, si possono ricordare le meridiane emisferiche della sacrestia Vecchia di San Lorenzo e della Cappella dei Pazzi in Santa Croce, dipinte per fissare le date di importanti eventi storici, o quelle di Santa Maria Novella, costruite da Egnazio Danti in funzione della riforma del calendario. Tutte testimonianze, spesso ignorate da storici e guide turistiche, di una secolare cultura scientifica, e allo stesso tempo affascinanti opere d’arte. Il volume di Barbolini e Garofalo rende giustizia a questi antichi misuratori del tempo proponendo un itinerario alla scoperta dei più importanti siti gnomonici, dove i dettagli tecnici e le notizie storiche e architettoniche si affiancano a fotografie degli strumenti astronomici più significativi. Un percorso suggestivo dedicato non solo agli appassionati, ma a chiunque, ammirando le bellezze immortali della città, si è interrogato almeno una volta sui grandi misteri del tempo.

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