Una storia personale che diventa racconto generazionale, intrecciandosi alla complessa vicenda dell’Unità, il quotidiano fondato da Antonio Gramsci che nel 2017 ha sospeso le pubblicazioni. Tratto dal libro di Francesca De Sanctis, “Una storia al contrario” è lo spettacolo teatrale che Il Teatro delle Donne presenta in prima nazionale, da giovedì 9 a domenica 12 marzo al Teatro Goldoni di Firenze. In scena Elena Arvigo, protagonista, curatrice e regista del progetto, con il supporto di Monica Santoro e Ciro Masella alla regia. In “Una storia al contrario” la famiglia, gli amori, i figli, la malattia si fondono con le vicissitudini di un mestiere e di una carriera da reinventare e ridefinire ad ogni passo. Francesca figlia, moglie e madre accompagna Francesca studentessa e poi giornalista tra le righe di questa storia commovente e piena di vitalità. Nonostante. Ogni piccola vittoria ha i suoi nonostante, ma, a saper guardare da vicino, sono proprio i nonostante di ogni storia a rendere quella storia un racconto di vita unico e straordinario.
“Hanno ucciso l’Unità”: è il 30 luglio del 2014 e in segno di protesta L’Unità esce in edicola solo con poche pagine bianche. E’ il penultimo numero, il giorno dopo in copertina si legge “L’Unità è viva” è un messaggio di speranza che serve soprattutto a loro, agli ottanta lavoratori che con la fine dell’estate assistono al tramonto dei loro sogni. A novant’anni dalla nascita il quotidiano fondato da Gramsci sospende le pubblicazioni e in tanti, tra giornalisti e poligrafici, perdono, da un momento all’altro, il lavoro. Tra di loro c’è anche Francesca, incinta di quattro mesi e già madre di una bimba di cinque anni. Un anno dopo il giornale riapre e lei viene di nuovo assunta, ma l’esperienza durerà poco; a giugno del 2017 L’Unità sparisce ancora dalle edicole. Francesca si ritrova in cassa integrazione, ma non si arrende. Il suo è il percorso al contrario di un’intera generazione, quella di chi a venticinque anni ha già firmato un contratto a tempo indeterminato e a quaranta si trova a fare i conti con collaborazioni saltuarie e malpagate e una concorrenza spietata. Francesca risale la corrente e la memoria e ripensa a tante cose: a suo padre, scomparso prematuramente, ai suoi primi anni a L’unità, ai viaggi e alle interviste. Se non fosse che il suo corpo non regge lo stress. Si ribella e una malattia rara le rende tremendamente difficile tenersi a galla in quelle maree.
Testo semifinalista Premio John Fante Opera Prima 2021. Con il sostegno di Teatro Biblioteca Quarticciolo e Spazio Rossellini/ATCL – Roma.
www.teatrodelledonne.com
“Hanno ucciso l’Unità”: è il 30 luglio del 2014 e in segno di protesta L’Unità esce in edicola solo con poche pagine bianche. E’ il penultimo numero, il giorno dopo in copertina si legge “L’Unità è viva” è un messaggio di speranza che serve soprattutto a loro, agli ottanta lavoratori che con la fine dell’estate assistono al tramonto dei loro sogni. A novant’anni dalla nascita il quotidiano fondato da Gramsci sospende le pubblicazioni e in tanti, tra giornalisti e poligrafici, perdono, da un momento all’altro, il lavoro. Tra di loro c’è anche Francesca, incinta di quattro mesi e già madre di una bimba di cinque anni.Un anno dopo il giornale riapre e lei viene di nuovo assunta, ma l’esperienza durerà poco; a giugno del 2017 L’Unità sparisce ancora dalle edicole. Francesca si ritrova in cassa integrazione, ma non si arrende. Il suo è il percorso al contrario di un’intera generazione, quella di chi a venticinque anni ha già firmato un contratto a tempo indeterminato e a quaranta si trova a fare i conti con collaborazioni saltuarie e malpagate e una concorrenza spietata. Francesca risale la corrente e la memoria e ripensa a tante cose: a suo padre, scomparso prematuramente, ai suoi primi anni a L’unità, ai viaggi e alle interviste. Se non fosse che il suo corpo non regge lo stress. Si ribella e una malattia rara le rende tremendamente difficile tenersi a galla in quelle maree.Testo semifinalista Premio John Fante Opera Prima 2021. Con il sostegno di Teatro Biblioteca Quarticciolo e Spazio Rossellini/ATCL – Roma.
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