Ventuno marzo. Il solstizio della poesia

il 21/03/2011 - Redazione

Se fosse vero che le stagioni non sono più quelle di una volta, artisti e poeti verrebbero ad essere privati di una bella risorsa. Speriamo, quindi, che oggi, vigilia (incerta) di inizio primavera, il ricorrente luogo comune venga smentito dai fatti (meteorologici) e che così possano cantare uccellini e verseggiatori. Diversamente dovremo fare appello ai poeti di una volta, anche se non consola quanto, oltre mezzo secolo fa, già lamentava un ecologico Bertolt Brecht: “molto tempo prima / che ci gettassimo su petrolio, ferro e ammoniaca / c’era ogni anno / il tempo degli alberi che verdeggiavano / irresistibili e violenti”. Insomma, concludeva lo stesso Brecht, altri tempi…, con le giornate più lunghe, il cielo più chiaro, la primavera che poteva annunciarsi in un particolare mutamento dell’aria, mentre “ora leggiamo nei libri / di questa celebrata stagione”.

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