We.Story. Dal 22 giugno è di scena il festival delle storie da raccontare

Sansepolcro il 21/06/2017 - di Anna Martini
Più storie per tutti. Siamo tutti “animali narranti”, c’è poco da fare. E sono proprio le storie, unite al nostro istinto di narrare che ci rendono esseri umani a tutti gli effetti. Non la morale, non la religione, non la psicoanalisi, non la scienza: sono le storie che ci definiscono come uomini e concorrono a costruire e plasmare ciò in cui ci riconosciamo. Ma attenzione a non lasciarsi ingannare dall’accezione comune e un po’ infantile della parola “storie”, perché “la nostra immersione nelle storie va ben oltre i sogni e le fantasie, o le canzoni, i romanzi e i film. Nella vita umana è molto, molto di più, a essere pienamente contaminato dalla finzione. […] L’imperativo umano a produrre e consumare storie è qualcosa di ancor più profondo della letteratura, dei sogni e delle fantasie. Siamo inzuppati di storie fino alle ossa”. Lo scrive il professor Jonathan Gottschall nel suo “Istinto di narrare” e lo celebra tutto il collettivo dell’associazione Effetto K di Sansepolcro che sotto la direzione artistica di Michele Corgnoli è pronto ad inaugurare una nuova edizione di “We.Story – Il festival delle storie da raccontare”, in programma dal 22 al 25 giugno e poi dal 30 giugno al 2 luglio. Un viaggio tra musica e parole per cinque giorni di show e tredici spettacoli con artisti, narratori e cantautori italiani del calibro di BUGO, Francesco Motta, Max Casacci dei Subsonica, Bob Corn e Andrea Chimenti.

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